RIFLESSIONE SUL MONDO DELL’ARTE AL GIORNO D’OGGI – ARTISTI DEL 21°SECOLO

(Articolo di Alessio Di Franco)

Per me oggi l’arte non si classifica, non si identifica. Siamo in un periodo di non comunicazione e di non condivisione con altri artisti. Tutti vogliamo e cerchiamo l’esclusivo. Siamo diventati individualisti.

Dove sono i movimenti artistici? Dove sono i gruppi di artisti che condividevano uno stesso pensiero, avevano la stessa filosofia, che cercavano lo stesso obiettivo. Da quanto tempo è che non sento parlare di un movimento? Anzi no, li sento… sono andato il mese scorso a due mostre, uno era un Impressionista, Van Gogh, l’altro ha creato la Pop Art, Andy Wharol. Sto leggendo il libro di un Futurista, Marinetti. Mi piacerebbe avere i baffi di un Surrealista, Salvador Dalì. Gli occhi profondi di un Cubista, Pablo Picasso. Vorrei essere deciso come un Minimalista, Sol Lewitt.

Impressionista, Futurista, Surrealista, Cubista, Minimalista. Solo alcuni movimenti artistici che hanno caratterizzato e classificato l’arte e gli artisti stessi che ne facevano parte. Nati in bar, centri sociali, luoghi comuni, accessibili a tutti. Ti sedevi al bar e parlavi con un artista, ti confrontavi, mescolavi le idee, trovavi altri con il tuo stesso obiettivo e nasceva un movimento.

Oggi vedo competizione. Non puoi dipingere come dipingo io. Ma scusa! Quel concetto è mio!

Mi sono sempre posto un quesito. Guardando altri fotografi, ho notato che tanti hanno uno stesso modo di fotografare, sempre. Le loro fotografie le riconosci, sono una firma. Li rappresentano.

La domanda? Ma le mie fotografie sono riconducibili a me? No.

Mi impegnerò allora a cercare il mio stile, sì, ci riuscirò!

Vado di luogo in luogo, ogni luogo un’immagine differente, ogni città un modo di fotografare diverso. Le fotografie di Venezia non sono uguali a quelle di Firenze, che non sono uguali a quelle di Praga, che non sono uguali a quelle di Amsterdam. Tanto meno le foto di Bagolino sono uguali a quelle di Sirmione e quest’ultime non assomigliano né a quelle di Milano né a quelle di Brescia.

Ma allora? Ho perso l’identità?

Arrivano messaggi. Le mie fotografie rispecchiano i luoghi.

Ma certo, è questo che voglio fare io, è questo che voglio sentirmi dire. Non che le mie fotografie siano riconducibili a me, ma che queste siano riconducibili ai luoghi.

Certo che le fotografie di ogni città sono differenti, ma le fotografie di una stessa città sono uguali. Quelle di Venezia la galleria mi è riconducibile, sono uguali di stile. Quelle di Sirmione sono diverse da quelle di Venezia, ma tra loro sono uguali, idem quelle di Siena, Pisa, Milano, Brescia e così via.

Alcuni l’hanno definito come una sorta di Impressionismo.

E qui mi chiedo. Tutto evolve, ma l’arte mi sembra ferma. Perché non evolve ciò che è già esistito. L’Impressionismo è vecchio. Perché non trasformarlo e riprenderlo oggi? Si parte dalla stessa filosofia, da quello stesso concetto che ispirò gli artisti di quel movimento e lo si riporta oggi con le nuove arti. E questo vale per il resto.

L’individualismo che periodo segnerà? Che artisti siamo?

 

(Scritto da Alessio Di Franco)

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