ADELE LO FEUDO

Biografia Adele Lo Feudo

Adele Lo Feudo, in arte ALF, nasce a Cosenza nel 1967. Dopo gli studi classici e la laurea in giurisprudenza si trasferisce a Perugia dove la sua vita prende la via dell’arte. Si diploma come interior designer ed insegna per 7 anni in questo settore. Riprende a dipingere e consegue il diploma di maestro d’arte. Inizia il suo percorso artistico in modo serio e continuativo. La prima personale è “Ali per volare” del 2010 a cui seguono “Fucsia” nel 2011, “Tante mani per …” nel 2012, “Anima e Corpo” e “Riflessioni” nel 2013, “Artista d’avorio”, “Qui non si muore” e “Motus Terrae” nel 2014, “Messi a Nudo” nel 2015, “Presenze/Assenze: IO SONO!” nel 2016, “Per giungere fino a te” nel 2017. Nell’ottobre del 2017 partecipa con dodici opere all’asta silenziosa organizzata presso il Manhattan Midtown Hotel di New York nel corso della serata di gala del Columbus Day. Organizza eventi come “Un petalo rosa … per non dimenticare”, coinvolgendo 65 artiste in un programma antiviolenza sulle donne, con donazione ad una fondazione delle opere esposte a Perugia e Cosenza. Nel 2016 realizza, con la partecipazione di 106 artisti, il progetto “I Maccaturi”, che, partendo dalla tradizione delle filande calabresi, tratta il tema del recupero dei valori del passato. Le opere, donate al Comune di Mendicino, sono esposte permanentemente a Palazzo Campagna. Nell’agosto 2013 interpreta a Papasidero la sua prima performance, Vita. Nel 2014 è la volta di L’altra io sul tema del doppio, Spes e Dolce sollievo (inni alla vita ed ai valori). Nel 2015 partecipa con la performance “Ciclo” al primo Festival della multimedialità e dei linguaggi performativi a Frascineto. Poi, su invito del Lions Club di Perugia interviene con la performance Oikia ad un dibattito sulla violenza domestica nei confronti delle donne. Nel 2017 interpreta “E’ mio”, performance ispirata da un pensiero del brigante Carmine Crocco e “Per giungere fino a te”, dedicata al suo percorso artistico e personale. Le sue opere sono inserite in collezioni private e pubbliche.

 

CONTATTI

 

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INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Un tuo commento di riflessione sul concetto di ispirazione e vocazione artistica;
R: Credo ci sia un enorme divario tra il concetto di ” vocazione artistica” e quello di “ispirazione artistica”. Facendo riferimento a me stessa potrei cosi rispondere: dall’età di 6 anni mi sono resa conto di avere la “vocazione artistica”, cioè di essere stata letteralmente “chiamata all’Arte”. Con mia madre andai a trovare una sua amica pittrice presso il suo studio e, mentre loro degustavano un caffè, fui colpita dallo spazio dove la pittrice aveva posizionato il cavalletto e tutte le sue tele che trattavano tematiche molto poco allegre. Suo padre era stato prigioniero in un campo di concentramento e questo aveva influenzato la sua pittura sia nella scelta  dei soggetti che della gamma cromatica usata nelle tele. Ebbi, non so come dire, ma ripensandoci ora potrei definirla proprio come un “richiamo all’Arte. Uscimmo e nel ritorno a casa mia madre mi chiese se mi ero annoiata o spaventata per via dei soggetti cupi e inquietanti che trattava. Le risposi che mi era piaciuto moltissimo quello spazio , un luogo apparentemente limitato ma che con i colori e con il potere lasciare libera la fantasia era “un posto aperto” ed ogni volta modificabile in base alla fantasia. Si poteva fare tutto ciò che si voleva. Quale cosa migliore per un animo sognatore come il mio?! Le dissi :”mamma portami ancora lì !” Non ci andammo più ma quell’immagine è ancora molto nitida nella mia mente. Dal quel momento presi a dipingere tutti i pomeriggi dopo i compiti e dopo poco dissi: “da grande voglio fare la pittrice!”. Circa l’ispirazione artistica, per quanto mi riguarda, la collego a tutto quello che mi ispira in riferimento a ogni singola serie pittorica che poi si evolve inevitabilmente in mie personali. Traggo ispirazione da fonti diverse: emozioni, delusioni, fatti, mio vissuto, accadimenti della vita collettiva e ogni cosa che susciti interesse, mi “colpisca” emotivamente e pittoricamente. In pratica traggo spunto da ogni cosa che azioni questa mia “sorgente interna”.

D: La tua vena creativa molto versatile ti consente di spaziare anche nel campo dei monili con gioielli artistici molto originali; ci racconti come nasce questa interessante commistione di generi?
R: Nasco come pittrice autodidatta ma sono una grande sperimentatrice, infatti ho avuto varie fasi o cicli in cui ho usato, accanto alla pittura, oggetti e materiali diversi: piume, chiodi, cerotti, garze, corde di chitarra, molle, mollette, spaghi. Negli ultimi anni, un poco per gioco ed un poco come  naturale evoluzione del mio percorso, mi sono diretta verso le Mini Pitture Gioiello, dipinti molto piccoli (realizzati con pennelli a 000 zero) che omaggiano donne del passato di cui si sa poco o nulla, per evitare che finiscano nel dimenticatoio, per rendere omaggio all’Arte sia in chiave pittorica che di discipline minori (cucito, uncinetto, ricamo) e assemblando il tutto come se fossero dei preziosi medaglioni che si possono indossare. Un mondo dunque tutto al femminile e per le donne stesse. Accanto alla pittura, ho usato l’uncinetto, il cucito, il ricamo, il tombolo, il macramè e assemblato materiali vari per colore e composizione in base ad uno studio fatto sulla vita e sul periodo storico in cui è vissuta la donna di volta in volta ritratta. La donna resta sempre il mio centrale oggetto di studi e attenzione. Forse inconsciamente c’è il mio desiderio di non essere dimenticata. Ne sono nate varie serie: poetesse, brigantesse, Madonne, attrici, regine, ballerine.

D: Come valuti attualmente il mondo dell’arte contemporanea?
R: Oggi il mondo dell’arte contemporanea non lo trovo molto veritiero e stimolante. Pochi i talenti veri, gli animi di spessore. Molti creano un personaggio che dietro al pagamento di questo critico o di quel gallerista puntano a farsi pubblicità a tutti i costi e con  ogni mezzo. L’ arte è ricerca, introspezione, cuore, sofferenza, messaggio e grande tecnica. Pochi posseggono tutte queste doti assieme e trovare poi chi sappia riconoscere tutte queste cose belle è impresa ardua. Si pensa solo al  mercato. L’ Arte, a mio avviso, ha perso l’anima. Spero che il vento possa cambiare…ma chissà…

D: Quali progetti particolari stai portando avanti in questo anno?
R: Sono impegnata nella preparazione di una mia personale dal titolo “Gocce di un unico mare” che si inaugurerà il 20 ottobre a Montevarchi presso la Galleria Magiotti.  Ventuno ovali riportanti volti di donne più o meno conosciute saranno esposti assieme alla collaborazione di una costumista. Di queste 21 “assenze” sette saranno “vestite”. Lo scopo è dar vita, animare queste assenze trasformandole in presenze con tanto di abito ed arredo. Uno dei sette abiti poi è quello autentico della dimenticata pittrice italiana, Juana Romani, vissuta a Parigi a fine ‘800, gentilmente fornito dal museo Academie Vitti di Atina. Un mondo pieno di tanta ” energia” che io vorrei arrivasse a chi avrà voglia di esserci e di sognare con me.

 

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