FRANCESCO DI TRAGLIA

Biografia Francesco Di Traglia

Nasce a Cassino (Fr) nel 1982, vive a Monticelli di Esperia (Fr). Si è laureato con lode in Lettere Classiche, indirizzo Storico – Archeologico, presso l’Università di Cassino con una tesi sugli “Aspetti psicologici nell’arte di Klimt e Schiele”. Parallelamente agli studi classici intraprende l’attività artistica e nel 2007 collabora con la Lauretana Arte di Pesaro. Nel 2010 consegue il diploma con lode in Arti visive e discipline dello spettacolo, indirizzo Pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, con una tesi dal titolo “L’immagine evocata ”. Nel 2011 e nel 2012 vince due borse di studio come assistente tecnico ai laboratori di Pittura e Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2012 consegue il diploma specialistico con lode in Arti Visive e discipline dello Spettacolo, indirizzo Pittura con una tesi su “ La parola diventa immagine ”, sotto la guida del prof. Costantino Baldino. Nel 2015 consegue l’abilitazione per l’insegnamento di Disegno e Storia dell’Arte presso gli istituti secondari di II grado e nel 2017 vince il concorso per la stessa disciplina. Attualmente è insegnante di ruolo presso il Liceo G. Vailati di Genzano di Roma. Dal 2013 al settembre del 2016 è stato Cultore della materia presso la cattedra di Decorazione e Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Roma, del prof. Vincenzo Ludovici. Dal 2007 partecipa alla rivista Letteratura e società coordinata dal prof. Tommaso Scappaticci dell’Università di Cassino. Ha pubblicato diverse opere di carattere letterario e studi storico-artistici.
Ha esposto in numerosi eventi nazionali (CONI, Camera dei Deputati, FITeL, Artexpò Arezzo, Europei di nuoto 2012, Università Lateranense, Campidoglio) e internazionali (Centro Culturale di Zacisze, Varsavia; Centro Trapianti University of Pittsburgh, Carnegie Mellon University, Usa; Centro di Cultura Nazionale, Istanbul, Turchia; Amart Gallery, Bruxelles). Sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche come la Pinacoteca comunale di Gaeta, il Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi, Palazzo Campanella di Reggio Calabria.

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti il tuo linguaggio pittorico utilizzando tre parole chiave e motivandolo?
R: Definirei il mio linguaggio introspettivo, malinconico, lirico. Introspettivo perché tramite la pittura tento di conoscere meglio me stesso. Ogni quadro è una sorta di fotografia della mia anima in un determinato momento; visualizzare significa per me vedere meglio, significa scrutare in ogni centimetro il giardino della mia anima e così comprendere il lavoro fatto e quello da fare. La pittura è un po’ il microscopio dell’anima. Malinconico perché la pittura mi porta sempre in un altrove che spesso si riallaccia all’infanzia, al gioco combinatorio delle immagini che si avvicendano nel corso del tempo e che raccontano una storia. Senza la malinconia non ci sarebbe la Poesia, quell’atmosfera sospesa tra il sogno e la realtà che porta al cuore delle cose. E da qui nasce la vena lirica.

D: Un tuo commento di riflessione sul concetto di comunicazione artistica;
R: Ritengo che l’artista non abbia come primo fine quello di comunicare, ma quello di conoscersi. Dalla conoscenza di sé scaturisce poi inevitabilmente una comunicazione. Tuttavia, e l’arte di ogni tempo ce lo dimostra, tra ciò che l’artista trova in sé e ciò che arriva allo spettatore spesso c’è un abisso. L’arte astratta ce lo dimostra e anche il fiorire delle letture critiche, spesso divergenti. La vera opera d’arte rimane ambigua, comunica allo spettatore quello che egli stesso cerca, ecco perché è sempre attuale e spesso risulta appesantita dalle sovrastrutture critiche. L’ideale sarebbe lasciarsi guidare dall’empatia. In definitiva esistono infinite copie dello stesso quadro quanti sono gli osservatori che lo guardano. Dopotutto Duchamp diceva che sono gli osservatori che fanno i quadri. In questo modo l’opera d’arte diventa occasione di conoscenza di sé anche per l’osservatore.

D: Su quali progetti creativi ti stai orientando per il 2019?
R: Sto lavorando per realizzare una mostra personale di lavori metafisici che ruotano sul tema del
rapporto tra l’io e il mondo e sui diversi atteggiamenti che nascono nella relazione: dialogo, opposizione, incomunicabilità, ironia, disincanto, partecipazione. Inoltre con i miei studenti (attualmente insegno disegno e storia dell’arte nel liceo G. Vailati di Genzano di Roma) sto portando avanti un progetto di land art volto a sensibilizzare sulla sostenibilità ambientale. Il progetto si chiama Bosco diffuso . Ogni partecipante deve semplicemente piantare un albero in un luogo qualsiasi per creare un nuovo bosco da zero. Da gennaio abbiamo piantato circa 50 alberi. Porterò con me questo progetto nella mia carriera scolastica per creare una grande community. Tutti possono partecipare e l’augurio è quello di uscire anche dai confini nazionali. Ho visto nei ragazzi una gran voglia di fare: hanno realizzato il logo, i testi, curato le manifestazioni di presentazione e realizzato video. E questa loro voglia di mettersi in gioco è stato per me il frutto migliore nato dalla mia ricerca umana e artistica.
Per aderire al progetto www.francescoditraglia.weebly.com

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