MARIAGRAZIA FEDELE “MARIGREI”

Biografia di Mariagrazia Fedele “Marigrei”

Il mio nome è Mariagrazia Fedele, classe 1973, ma nel “mio mondo d’arte” mi chiamo Marigrei. Nasco e vivo nel Salento, mi sono diplomata all’Istituto d’Arte e sono stata sempre innamorata fin da piccola del disegno. Ricordo che disegnavo dappertutto senza fermarmi mai. Mi sono ritrovata dopo 20 anni a riprendere in mano una matita e a ritagliare un momento per me, dopo averlo speso esclusivamente per la mia meravigliosa famiglia. La matita mi ha aiutata nei momenti più difficili della mia vita; mi sono rifugiata nel disegno in bianco e nero per ritrovare serenità interiore tranquillità emotiva quando il mondo a colori mi opprimeva. Sono amante del bello che ritrovo sopratutto negli sguardi nei corpi armoniosi e sensuali che riescono a trasmettere sensazioni e emozioni uniche da cui traggo la mia massima ispirazione.

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Un tuo commento di riflessione sul concetto di ricerca creativa.
R: La mia ricerca creativa è basata sopratutto su un fattore emozionale. Sono sempre stata una persona molto sensibile all’emozione e, se prima la consideravo una mia debolezza adesso sono arrivata alla conclusione che sia il mio miglior pregio. Ricerco foto che mi diano un’ emozione, una sensazione; ricerco uno sguardo che mi colpisca. Quando disegno adoro proprio ritrarre le labbra, l’espressione degli occhi, perché mi sembra che sia io stessa a creare l’immagine. Infatti disegno con estrema dolcezza alcuni parti del corpo e in quel momento è come se la matita fosse un prolungamento del mio cuore e della mia anima. È una sensazione bellissima.

D: Come definiresti il tuo stile espressivo utilizzando 3 parole chiave e motivandole?
R: Emozionale, realistico, bianco e nero.
Emozionale perché cerco di trasmettere in un volto in uno sguardo la sensazione provata in quel momento. E’ una risposta istintiva e sincera alle emozioni provate e credo sia questo che venga recepito da chi guarda i miei disegni.
Realistico perché ricerco il vero nei corpi e negli sguardi che mi trasmettono la bellezza della vita.
Bianco e nero perché trovo che l’uso delle sfumature sia sensuale e enigmatico ma anche veritiero. Il carboncino ha un suo fascino che mi aiuta a infondere un alone di mistero nei miei disegni.

D: Una tua riflessione su questi 2 concetti in parallelo applicati al tuo linguaggio artistico: ragione/passione;
R: Ho un diploma artistico che mi ha aiutato ad usare con una certa padronanza le mie tecniche espressive, ma delle volte credo che l’eccessiva precisione e l’iperrealismo non mi appartengano perché mi allontanano dall’emozione che voglio trasmettere. La passione è il mio linguaggio principale perché la scelta dei corpi e degli sguardi da disegnare e dettata dal desiderio di condividere le “splendide intermittenze del cuore” con chi apprezza i miei lavori.

 

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