PAOLO TOCCHINI

Biografia di Paolo Tocchini

Paolo Tocchini nasce a Livorno e inizia la sua carriera pittorica fin da presto, mostrando un grande interesse per il disegno legato ad un percorso culturale che lo ha visto, sin da giovane, impegnato a rappresentare la realtà attraverso le lenti della sua sensibilità straordinaria e raffinata. Nella sua pittura si legge da subito uno studio legato, come in passato hanno fatto i grandi artisti, alla scultura nera. Infatti nei suoi lavori troviamo la ricerca di nuove soluzioni prospettiche ispirate al Cubismo, all’Espressionismo e al Fauvismo. Soprattutto dopo aver frequentato artisti locali ed essersi confrontato con essi, con modestia, nelle sue ultime opere è possibile vedere come Tocchini abbia, attraverso il gioco dei riflessi e dei colori, portato alla luce un sentimento nascosto che può essere letto da tutti con facilità e allo stesso tempo di forte impatto emotivo e visivo.

Le sue ultime opere sono ritratti femminili, in cui lo sguardo trafigge il senso di tutto e si concentra e condensa in volti abitati di bellezza o in visi intrisi di sofferenza nei quali un non troppo sottile filo rosso li lega: gli occhi. Occhi che ipnotizzano, di un cristallino nella struttura intima della materia e arrivano fino all’anima. Occhi che sono custodi di ciò che hanno vissuto nella pienezza della loro apertura e che sono capaci di tirare dentro chi li guarda.  Occhi che interrogano e scrutano. Occhi che parlano.

Questo è Paolo Tocchini, artista Livornese.

 

 

LEGGI LA RECENSIONE CRITICA DELLA DOTT.SSA ELENA GOLLINI

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Una tua valutazione generale sullo stato attuale dell’arte contemporanea;
R: L’arte in questo momento è condizionata, a mio modesto parere, dalla nuova tecnologia, fatta di opere in 3d, arte fotografica, arte virtuale, dalla politica, da tutto quello che ci circonda, da insicurezze, ansie e paure per il futuro che ci attende. Sono molto colpito, in senso positivo, dall’esplosione artistica delle donne. Donne che in un passato ingiusto erano messe da parte e sottovalutate, schiacciandone l’estro e la sensibilità, spesso rappresentati nelle sue opere.

D: Come definiresti il tuo stile comunicativo usando 3 parole chiave e motivandole?
R: Il mio stile lo posso definire simile a tutto e uguale a nessuno. Materico: pennellate di istinto che generano quello che vedo intorno a me. Profondo: i colori navigano nella tavola mischiandosi, creando una sintonia come delle note che, messe al posto giusto, creano un motivo accattivante unico. Ipnotico: mi soffermo molto e dedico molto tempo e impegno negli occhi, i miei ritratti cercano sempre nello sguardo di arrivare nel profondo nell’anima.

D: Su quali progetti artistici stai incentrando il tuo percorso per il 2019?
R: I miei progetti futuri mi vedono impegnato in ritratti con giochi di specchi e profondità, dove il reale diventa irreale e lo specchio riflette quello che chi guarda vuol vedere. Per nessuno è uguale, soggettivo.

 

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