RACHELE PELLEGRINI “LELE”

Biografia di Rachele Pellegrini “Lele”

Sono Rachele Pellegrini, per gli amici e in arte Lele. Sono nata nell’Aprile di ventiquattro anni fa e cresciuta in Toscana, per la precisione nella piccola ed elegante cittadina di Lucca, dove mi sono diplomata in studi classici. L’educazione alla bellezza comincia nella mia famiglia, ma è al Liceo che coltivo il mio animo da esteta e la mia passione per l’Uomo, con i suoi affascinanti modi di esprimere l’esperienza umana in Arte e Letteratura. La scoperta della pittura arriva proprio lì, in modo totalmente inaspettato e casuale. Durante il mio ultimo anno, tra le varie proposte di attività extra-scolari c’era la possibilità di partecipare – come singoli o in gruppi – a un concorso per elaborati tematici. Io avrei sicuramente scritto un racconto o una poesia, ma l’amica con cui avevo deciso di fare coppia se ne uscì con: “Naa, dipingiamo! Facciamo una tela!”. Le mie competenze artistiche fino a quel momento si limitavano ai disegnetti sui diari e alle divagazioni sui quaderni degli appunti. Ma non mi importava granché, avrei fatto da spalla alla mia amica e mi andava benissimo. È successo però che dipingere per ore con lei in una soffitta si è rivelata una delle esperienze più intimamente emozionanti della mia vita, che il concorso lo abbiamo vinto, e che i colori mi sono entrati dentro, nelle vene. Dopo il Liceo mi sono trasferita a Bologna, per intraprendere (e non finire) studi di carattere antropologico, che seppur lasciati a metà hanno contribuito a formare il modo in cui vedo il mondo adesso. Quest’anno conseguirò il diploma accademico in Sceneggiatura per fumetto presso la “TheSign Comics & Art Academy” di Firenze, e il mio percorso di formazione in ambito creativo non ha intenzione di fermarsi qua. Ma non mi piace parlare di me attraverso titoli. Per restituire al lettore un’idea di chi sono, basti sapere che l’esigenza espressiva è nata con me, cresciuta con me e spero moriremo senza esserci lasciate. Quando ero piccola avevo creato un mio mondo in cui essere chi volevo, me l’ero raccontato prima di saper scrivere, lo avevo dipinto tutt’intorno a me con la fantasia prima di incontrare gli acrilici. Suppongo che la chiamata a vivere altrove, un altrove interiore, non mi abbia ancora abbandonata e sia anzi benzina per la mia arte. Oltre a dipingere, scrivo. A creare mondi, ad aprire finestre su realtà altre e intangibili, ci si sente un po’ Dio: forse oggi sono qui a tentare di fare l’artista solo perché sufficientemente egocentrica da farmi piacere da matti quel sentimento.

 

Curriculum Artistico

Ho iniziato a dipingere a cavallo tra il 2014 e il 2015, ma faccio la pecora nera di questo bellissimo Blog, perché sarà proprio lui la prima voce del mio curriculum artistico. Da quando ho iniziato infatti, dipingere è sempre stato nient’altro che un hobby, un canale di comunicazione con me stessa. Non ho mai avuto ambizioni in merito, e quindi non ho mai cercato occasioni che oggi possano essere annoverate come voci in questo curriculum. Se non qualche commissione per amici e locandine per eventi locali.

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti il tuo stile espressivo usando tre parole chiave e motivandole?
R: Definire le cose significa dar loro un ordine, e l’ordine non appartiene al mio stile espressivo. Forse il primo dei tratti peculiari del mio modo di comunicare attraverso l’immagine è proprio questo, il suo essere sfuggente, il suo voler andare al di là di tutto ciò che è familiare ai nostri sensi, oltre ciò che riguarda il corpo, per raccontare invece il viaggio dell’anima. Come seconda parola significativa scelgo sguardo. Non pretendo mai di dipingere qualcosa che valga per tutti allo stesso modo, non mi interessa che chi guarda veda nelle mie opere ciò che io ho raccontato a me stessa realizzandole. Non troverete tra i miei disegni proporzioni oggettive, cromie realistiche o riferimenti puntuali. Tutto è filtrato da una lente soggettiva, dal mio sguardo interiore, ed è lo sguardo interiore degli altri che mi interessa catturare, senza influenzarlo suggerendogli quello che dovrebbe vedere. Infine, dico verità. Sono molto affezionata all’idea che verità sia bellezza, e la traduco nei miei dipinti non ricercando mai la perfezione. Di una mia opera non conta solo l’estetica della resa finale, perché io intendo l’arte come processo di creazione. A me piace che questo processo resti evidente: è parte integrante dell’opera, il suo sistema sanguigno. Se ci sono sovrapposizioni di colori, sbavature, sketch a matita, tratti su cui sono tornata varie volte: non mi preoccupo di eliminare e rifinire niente. La mia è un’arte di significati, non di bei disegni (probabilmente perché quelli non li so fare!).

D: Una tua riflessione sul concetto di vocazione artistica;
R: Penso che “vocazione artistica” sia un termine fuorviante, porta con sé un’idea di elitario che non mi piace, come fosse un dono di pochi: non è così. L’arte è la lingua usata per parlare di tutto ciò che riguarda quello che non possiamo toccare con mano. Ogni persona – senza eccezioni – fa esperienza di una vita emotiva, sentimentale, spirituale, intellettuale che va oltre quella corporea. Quindi tutti possiamo fare arte, e se la facessimo ognuno avrebbe un proprio stile autoriale interessante e meritevole. Non siamo tutti artisti semplicemente perché in qualcuno l’esigenza espressiva è più forte che in qualcun altro. Ma è una questione di passione, non di doti innate o predestinazione. L’unico talento necessario, in qualsiasi forma d’espressione artistica esistente, è l’aver qualcosa da dire.

D: Come stai improntando la tua ricerca artistica in questo anno?
R: Non ho programmi per la mia crescita artistica, non ne ho mai avuti. Dipingere è ancora una cosa che faccio per me, perché mi piace, senza pretendere niente da questa mia passione, senza chiederle niente né caricandola di aspettative. Suona banale ma la mia ricerca è tutti i giorni: leggendo, esponendomi a suggestioni estetiche di ogni tipo, osservando l’arte degli altri e rubandone le cose che mi piacciono, buttandomi a capofitto nelle emozioni, contemplando le pareti, approfondendo la conoscenza di me stessa e i rapporti con gli altri. Insomma, vivendo. Senza dubbio ho lacune tecniche infinite per tutto ciò che riguarda la pittura, le mie conoscenze sono circoscritte a tre strumenti: pennelli vecchi, tela o cartoncino, acrilici. Su questo potrei migliorare.

 

PHOTOGALLERY

Condividi