ROSY MANTOVANI

Biografia di Rosy Mantovani

Rosy Mantovani nasce a Vigevano (PV) nel 1968 attualmente vive ed opera a Gambolò (PV). Conseguito il diploma di grafica pubblicitaria presso l’Accademia Arti Applicate di Milano collabora per alcuni anni, in qualità di illustratrice, con una prestigiosa agenzia milanese. Nel 2000 si iscrive al corso di pittura tenuto presso la Fondazione Roncalli di Vigevano sotto la guida dei maestri Oronzo Mastro e Davide Avogadro. Dal 2006 espone in mostre collettive e personali partecipando a concorsi riscuotendo premi e riconoscimenti. Le sue opere sono presenti in collezioni private nazionali ed estere.

Tra le sue pubblicazioni troviamo Fiori di Strada a cura di Giancarlo Bonomo e Resilienze a cura di Emanuela Fortuna.

PRINCIPALI EVENTI ESPOSITIVI:

  • 2012
  • Finalista Biennale Internazionale d’Arte Asolo (TV)
  • Personale Fiori di strada presso Gallery MAZZOLENI – Alzano (BG)
  • III° classificato Premio Città di Novara
  • 2013
  • Personale Fiori di Strada Salone d’Arte Contemporanea – Trieste
  • SUMMER ART 2013 a cura di Art Events Mazzoleni presso Forte Village Resort – Sardegna
  • 2014
  • Personale Fiori di Strada presso Galleria BERGA – Vicenza
  • Mostra Urban Soul con pittore Marco Longo e scultore Nino Ventura presso Palazzo Renzo Piano – Novara
  • Collettive varie
  • 2015
  • Collettive presso Galleria Farini – Bologna
  • Collettiva Art & Fashion – Spazio Tadini – Milano
  • SUMMERART 2015 Fond. Mazzoleni presso: JW Marriot Venezia e Forte Village Resort – Sardegna
  • Collettiva Anabasi – Villa Bernocchi – Premeno (VB)
  • Collettiva InterCONNESSIONI 20 artisti al museo – Museo del Presente – Rende (CS)
  • Ex-aequo I° Premio Isola che c’è – Villa Castelnuovo – Palermo
  • 2016
  • Collettiva Flu Games 2 Berlin – Malzfabrik – Berlino
  • Collettiva Mediterranea Tour – Gal. J. Roman – Malaga
  • Ex-aequo I° Premio sezione Figurativo e Premio Speciale “Concorso Internazionale I DAUNI
  • Personale Resilienze – Broletto food&drink – Novara
  • I° Premio CostieraArte Città di Maiori -Palazzo Mezzacapo
  • Personale Resilienze – Villa Bernocchi – Premeno
  • Collettiva Imago Misericordiae – Palazzo Ferrajoli – Roma in occasione del Giubileo delle Università
  • Premio “Vittorio Sgarbi – La Selezione” ad Arte Firenze 2016
  • Personale Un lunghissimo Istante Milano – SpaziArtiGallery
  • 2017
  • Collettiva Arte Paris – Espace Christine Peugeot – Parigi
  • Partecipazione MAM ARTE E ANTIQUARIATO – Milano
  • Partecipazione VII edizione AFFORDABLE ART FAIR – Milano – con Prince Art Gallery
  • Partecipazione 13ma edizione ARTE GENOVA 2017 con Galleria Melograno
  • Collettiva Flyer Artv Gallery World Wide Art Show New York 2017 – Chelsea
  • Collettiva Arte Salerno – stazione marittima Zaha Hadid
  • I° Premio “Lo Sguardo” MAG Mediolanum Art Gallery – Padova
  • Partecipazione Spoleto Festival Art con CostieraArte di Maiori
  • Partecipazione ART Parma Fair tra i vincitori del Biancoscuro Art Contest
  • Collettiva Viva Arte Venezia con Artetra e PrinceArt presso Palazzo Albrizzi – Capello
  • Collettiva Nuovi Percorsi XXII edizione Arte in Vigevano – presso Cavallerizza
  • Collettiva Il Sogno – Vieste – Palazzao Bellusci
  • Esposizione fiera d’arte PAT Pavia – stand Biancoscuro
  • Collettiva WINTER ART 2017 – Galleria ArtTime – Udine

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Se dovessi darti una definizione come artista usando 3 parole e motivandole;
R: INSICURA, CAPARBIA, CURIOSA
INSICURA – Il confronto con altri artisti è motivo di insicurezza, il timore di non essere all’altezza. Nel contempo il rapportarmi con loro è anche stimolo di crescita, una sfida con me stessa.
CAPARBIA – Caparbietà e determinazione nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Non risparmio risorse per ottenere un risultato, se cado, superata la crisi, mi rialzo!
CURIOSA – Ritengo che l’arte sia in continuo movimento ed evoluzione, voglio conoscere e sperimentare nuovi modi d’espressione. Uno sguardo riverente al passato e uno agli artisti contemporanei, pronta a imparare.
Penso: Chi crede d’essere arrivato semplicemente non ha occhi per osservare l’infinito.

D: Quali sono i progetti artistici che intendi sviluppare nel 2018?
R: Il 2018 inizia con un bel calendario di mostre e concorsi. In parallelo un progetto che mi ha appassionato molto nel settore dell’editoria, dopo aver realizzato la copertina per l’opera prima di Giancarlo Maria Conti è in cantiere la cover del secondo romanzo. Un altro progetto che stò sviluppando è legato alla moda, la personalizzazione di giubbotti e accessori in pelle.

D: Come concepisci il connubio tra arte e moda?
R: Perfetto! La moda è una delle tante forme d’arte, tripudio di creatività e sperimentazione. In questi anni la sinergia si è consolidata, è bello vedere “opere d’arte in movimento” nel grigiore delle metropoli. Sentirsi unici e speciali indossando anche solo un accessorio…

 

 

RECENSIONI CRITICHE

Testo a cura di Emanuela Fortuna – parte di testo tratto da RESILIENZE – I Fiori dell’Anima
Un colore che si scioglie in emozione, uno sguardo che esprime un universo interiore, due occhi dalla bellezza infinita che manifestano una coraggiosa risposta allo sconforto, una città che diventa proiezione della condizione esistenziale contemporanea, luoghi abbandonati che sono metafora della desolazione e dell’afflizione… un’artista che empaticamente ascolta e racconta un rumoroso silenzio sociale e che al contempo sa estrarre la bellezza dal cemento e dall’asfalto. Rosy Mantovani dipinge, con grande sensibilità, la condizione umana odierna fatta di molta solitudine e di difficoltà di comunicazione. È una situazione paradossale perché proprio quando il mondo civile si è globalizzato, accorciando ogni distanza fisica e culturale, e si è unito in un’unica rete, attraverso i mass media ed i social networks, qualcosa è stato smarrito o, peggio, è andato perduto: l’essenza dell’umanità e la possibilità di condividere in concreto la propria esistenza… Un’incomunicabilità che l’artista ritrae nei suoi personaggi: sempre in primo piano, sono gli unici attori in questo spaccato dell’esistenza, sono i soli protagonisti di un racconto emozionale perché non c’è nessuno accanto a loro che ascolti l’urlo della loro anima. Mantovani li ritrae completamente immersi nei loro pensieri, dimenticando ciò che gli accade attorno…Mentre tutto attorno è movimento e rumore, i suoi personaggi si muovono con un altro ritmo e con un altro tempo: il loro ritmo e tempo interiori, di un pensiero che scivola lento e profondo…In quelle periferie desolate o rumorose, sudice o abbandonate si accende la bellezza degli sguardi di chi non demorde, di chi combatte e forse vincerà… È la possanza della resilienza. È un viaggio che ognuno di noi compie in se stesso. È il pensiero che domina questo mondo che, nello sforzo di raggiungere una consapevolezza e di ritrovare le forze per resistere, sembra perdere il colore. Una cromia selezionata e parca non ci distrae. Solo la figura è a fuoco, perché si è messa a fuoco. Il contesto si scioglie nell’emozione, si sfalda come uno sfondo perso nelle lacrime. Sono lacrime di colore che scivolano sulla tela come lacrime nascoste che urlano al mondo…L’attenzione dell’artista si sposta infine puntandosi su quegli occhi, sullo sguardo, finestre dell’anima. Scompare lo sfondo, scompare la città, scompare il mondo, fino a che rimangono solo il volto e i pensieri…La materia sporca della città, della realtà urbana ferrosa è sempre presente, è la cortina da cui emergono con forza. L’impostazione dell’opera si semplifica, ma si potenza la forza espressiva.

Testo a cura di Stefania Maggiulli Alfieri
Il realismo onirico di Rosy Mantovani parla dell’uomo attraverso l’uomo, ad esso affida un messaggio universale di umanità in conflitto con sè stessa, nella costante ricerca del sè profondo. La formula coinvolge lo spettatore spingendolo a cercare risposte in sè stesso.
In quest’opera, sulla scorta della storia, ricordiamo Donatello, il Cristo è uomo comune, il contorno parla esso stesso di storia passata, vissuta, descrive un presente in disfacimento, testimone del tutto che scorre e cambia  pur restando, nella semantica concettuale, sè stesso, quì il Cristo-uomo, sdoganato dal peso della croce-materia può elevarsi ai più alti livelli di spiritualità, concependo il miracolo del tutto in eterno divenire.

Testo a cura di Giancarlo Bonomo – parte di testo tratto da FIORI DI STRADA
Un tema inconsueto nella figurazione contemporanea è motivo di intensa e toccante riflessione nell’iperbole cognitiva della Mantovani. La Pietà per eccellenza, conservata  in San Pietro, è il simbolo di un dolore composto trasfigurato in infinita grazia per sempre riflessa nel volto della Madonna, bella e introversa come una ragazzina. Non v’è la devastazione dei tratti del viso o il precipitare nell’improvvisa vecchiezza del dispiacere senza fine. La consapevolezza della missione cristica tramuta il buio del dolore in Luce della Ragione divina. Da questa premessa, la pittrice affronta un soggetto complesso con il consueto impegno ed un’intensa passione, invertendo però i ruoli della scena tradizionale. Nel contesto metropolitano,  al centro di un boulevard deserto, forse per l’ora tarda, un ragazzo senza camicia sostiene con dolcezza il corpo esanime di una ragazza che appare svenuta o forse morta. Una mano le carezza il volto opalescente, l’altra le cinge un fianco. Attorno, un silenzio irreale nel realismo del dramma. La compostezza del dolcissimo ragazzo impedisce a noi che guardiamo quel senso d’inconsolabile disperazione che stravolge l’animo. Il gesto consolatorio, forse ultimo ed estremo, è come l’accompagnamento di un’anima verso una destinazione celeste. Un atto sublime di Amor Fati che strappa le pagine di un invisibile quaderno posto al centro del nostro cuore. 

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