RECENSIONE POST SPETTACOLO “VIENI CHE TE LE SUONO” PRESSO TEATRO DEL FIUME A BORETTO
Ridere spontaneamente e ridere di gusto è certamente benefico e salutare, serve per ricaricare le energie positive di mente e corpo e per provare anche delle stimolanti sensazioni di appagamento e compiacimento. Ecco, perché i presupposti di questo spettacolo-recital comico musicale rispecchiano appieno queste previsioni di pronostico, essendo impostato proprio per intrattenere e fare ridere di gusto. Ho però individuato anche un aspetto ulteriore, parimenti valido e parimenti significativo, che sposta l’attenzione e il coinvolgimento dello spettatore su un piano di livello di impronta esistenziale ed esistenzialista, accogliendo pensieri e riflessioni, che attraverso la verve comica del carismatico protagonista Sergio Sgrilli, emergono durante le varie gag musicate. Questo è pertanto, un punto di vista alternativo altrettanto saliente e rilevante, che infonde all’intera performance teatrale una chiave di lettura più vasta e ampia, che si dilata e si espande rispetto al tratto ironico e alla componente comica fine a se stessa e inserisce fattori concettuali sostanziali, che vengono evidenziati usando il medium della battuta, volutamente sarcastica e volutamente tendenziosa, per suscitare la reazione a presa diretta sul pubblico di spettatori, che viene così travolto da un mix di incipit e input. Davvero esilarante l’insieme narrativo di questo monologo, dove la chitarra, strumento prediletto da Sgrilli, accompagna in sintonia perfetta i suoi cosiddetti pensieri ad alta voce e crea quell’atmosfera “seriamente giocosa e seriamente ludica” che trasforma lo scenario e lo arricchisce, lo rafforza, lo riempie, nella sua intensità rievocativa e nella sua profondità recitativa. Sgrilli suona la chitarra egregiamente e con impeccabile maestria. La musica dunque, si fonde con lo show comico e con la visione più meditativa e diventa un unicum di percezioni reattive e recettive, che lo spettatore può carpire e fare sue. La consapevolezza, che resta dopo questa avvolgente permeante commistione sensoriale è che tramite il benessere psicofisico alimentato e animato dal desiderio spontaneo e naturale di ridere e sorridere, si possono incentivare e orientare anche proiezioni di vedute socialmente fruibili in maniera seria, che scavano e scandagliano ben oltre e ben al di là della semplice superficie marginale.
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