RECENSIONE EVENTO-SPETTACOLO DI PAOLO MIGONE ALLA FIERA MILLENARIA DI GONZAGA (CON LA PARTECIPAZIONE A SORPRESA DI DADO)

La comicità brillante ed esilarante del popolare comico Paolo Migone (maestro dell’arte e della risata e ospite d’eccellenza con un evento-spettacolo nel contesto della Fiera Millenaria di Gonzaga) ha fatto subito breccia nel numeroso e divertito pubblico presente per l’occasione, che a sorpresa (degna di un vero e proprio coup de théâtre) assolutamente gradita, ha potuto godere anche del guizzante e brillante intrattenimento di un altro comico ad hoc di serie A, altrettanto noto e altrettanto esilarante nella sua comicità, invitato dallo stesso Migone a fare da apertura in maniera estemporanea e volutamente informale e fuori scaletta al suo show: il grande Dado (Gabriele Pellegrini). Si è creato così un passaggio di staffa davvero speciale, che ha sprigionato una potenza comunicativa super, con la successione sul palco dei due rinomati personaggi. In primis Dado, che ha regalato le sue battute preparate ex novo e quindi inedite e proposte proprio in anteprima per l’occasione, richiamando la sua verace “romanità DOC e DOP” con una serie di esplosive e scoppiettanti rievocazioni e citazioni celebri di figure illustri e famose, trasformandone la lingua in gergo “romano de Roma caput mundi”. Poi, dopo aver strappato risate di gusto, ha lasciato spazio a Migone (protagonista principale della performance, non dopo averlo amichevolmente ringraziato per l’opportunità e aver dimostrato un sincero e autentico legame di empatia sinergica e complicità genuina e veritiera) che ha catturato subito a sua volta l’attenzione del pubblico attraverso quella sagace e arguta dialettica, che lo contraddistingue da sempre (e che non risulta mai spicciola e mai banalmente scontata e tanto meno mai sempliciotta e superficiale definendone e qualificandone l’originale registro linguistico e la cifra espressiva caratteristica e distintiva). Risate a non finire tra una battuta e l’altra (anche di quelle sue storicamente evergreen e sempre attualissime) tutte quante molto articolate e studiate a puntino, seppur facilmente comprensibili per essere ben recepibili da tutti quanti. Migone avanza nel suo permeante e penetrante monologo, toccando argomenti e tematiche variegate e rafforzando la presentazione scenica con le sue inconfondibili e inimitabili posture e i movimenti, condendo e insaporendo alla perfezione questo mix di riflessioni ironiche, talvolta anche pungenti e sferzanti, dissacranti e dissacratorie, con quella sua tipica visione intellettuale allargata, tesa a suscitare e alimentare risate e sorrisi “intelligenti” facendo emergere rimandi, richiami e riferimenti di spunto molto sentiti a livello sociale e collettivo. Trattasi per entrambi di arte comica sopraffina e di comicità artistica di alto livello virtuoso, che si lascia liberamente “contaminare” da una componente preziosa e pregevole di pensieri e riflessioni di spessore traslati e trasferiti per diffondere tra il serio e il faceto, tra la dimensione ludico-giocosa e la visione più seria sottesa, quello spirito di funzionalità e utilità comunitaria, che accede a contenuti e concetti sostanziali, attingendo da uno scambio fruitivo spontaneo e genuino, che si nutre di messaggi e significati salienti senza bisogno di essere macchinoso e cervellotico, ma arrivando parimenti a scavare e scandagliare a fondo, affinché ogni volta le battute e le gag possano restare impresse anche dopo lo spettacolo e lasciare ricordi piacevoli e arricchenti e affinché ogni volta, possa trasformarsi in qualcosa di davvero assolutamente unico e speciale, facendo scorrere quella potentissima energia esplosiva, dirompente e incontenibile, racchiusa nella vera essenza dell’autentica intramontabile e immortale comicità con la C maiuscola e della sua tradizione artistico-culturale senza tempo. Perché, come dice il mitico Cappellaio matto nell’altrettanta mitica fiaba di Alice nel Paese delle Meraviglie: “Il segreto, cara Alice, è circondarsi di persone che ti facciano sorridere il cuore. È allora, solo allora, che troverai il Paese delle Meraviglie”.

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