Parlare e raccontare da uomo rivolgendosi all’universo declinato al femminile è certamente già un passaggio, che denota una spiccata sensibilità empatica e anche una proiezione mentale ed emotiva versatile ed intuitiva. Ecco, senza dubbio Marco Bonini possiede a pieno questa pregevole sensibilità e questa altrettanto pregevole proiezione e le dimostra tutte nelle pagine del suo nuovo libro, che già nel titolo racchiude e custodisce una profonda riflessione concettuale a monte, poiché richiama il significato sotteso e insito del sentimento della mancanza e di tutto ciò che si sprigiona e si propaga nel moto dell’anima dominato dalla sensazione di mancanza e dalla percezione emozionale del desiderio di riavvicinamento e di reincontro scaturito e alimentato di conseguenza. “Se mi manchi è più bello” non è dunque una raccolta di racconti concepita soltanto ed esclusivamente come semplice narrazione di intrattenimento letterario, ma si traduce in un potente slancio dialettico e comunicativo fertile e fecondo di stimolante evoluzione socialmente funzionale e prolifica. Il lettore è invitato a compiere un viaggio nella sequenza narrativa fluidamente scorrevole e ad addentrarsi in prima persona dentro l’avvicendarsi di ciò che Marco descrive e racconta, penetrando in prima persona le vicende e trovando una propria personale e individuale chiave di lettura soggettiva e liberamente interpretabile. La suggestione permeante tiene letteralmente il lettore catapultato e trainato nei racconti, dove non mancano anche situazioni divertenti e ironiche e dove niente risulta mai fuorviante, ambiguo e distorto, ma tutto si profila con spontanea e immediata chiarezza, tutto torna e tutto si presta facilmente a essere ben recepito e ricordato, come una sorta di breviario, dove si può attingere sempre nel tempo con la voglia di cogliere e carpire nuovi spunti e nuovi incipit. Trovo, che sia un libro orchestrato a tutti gli effetti come testimonianza di umanità e di calore umano radicato da parte di Marco, che nella sua piena e totale onestà intellettuale ci offre una preziosa occasione di riflessione pensata e ponderata, senza orpelli macchinosi e senza forzature ridondanti, proprio per consentire di sviluppare e agevolare un approccio libero e affrancato da tutto ciò che può esprimere inutili barriere e blocchi a livello di condivisione intellettuale e di scambio energetico. Lo consiglio senza dubbio a tutti, anche ai più giovani assolutamente e anche a chi è poco avvezzo di solito a questo genere di lettura, perché nella sua dinamica compositiva è davvero illuminante e apre il cuore in maniera molto toccante. Lo consiglio altresì a chi predilige leggere semplicemente come diversivo di intrattenimento senza pretese, perché si legge senza mai diventare gravoso e pesante, conservando comunque una freschezza e una frizzantezza linguistica e contenutistica sorprendente, nonostante la serietà di fondo degli argomenti trattati e delle tematiche, che affiorano ed emergono tra le pagine. Lo consiglio da ultimo non da ultimo, a chi vuole dedicarsi a una lettura anche come forma di conoscenza istruttiva e formativa, perché possiede riferimenti storici reali e realistici da poter acquisire. Ognuno pertanto, può trovare una propria formula avvalorante e comprovante per sentirsi motivato nella lettura e per trovare un appagamento soddisfacente e duraturo. Complimenti sinceri a Marco Bonini per questa sua nuova speciale “creazione-creatura” che si rinnova con un delicato incalzare e al contempo, che procede con delicato garbo in una commistione virtuosa di intrecci ed equilibri armoniosi in perfetto bilanciamento, proprio come sono i suoi intenti e le sue intenzioni di Artista con la A maiuscola lungimirante e comunicatore.

“Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà” (Italo Calvino). “La lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che ci apre il libro” (tratto da “Mondo scritto e mondo non scritto” di Italo Calvino).