L’ARTISTA ROBERTO RE DECANTA LA GENIALITÀ DI LEONARDO DA VINCI, MICHELANGELO BUONARROTI E CARAVAGGIO
In occasione di una recente intervista radiofonica nella rubrica Arte&Co su MikroRadio condotta da Elena Gollini, l’artista Roberto Re ha tenuto a rendere omaggio a tre cosiddetti geniali mostri sacri della grande storia dell’arte, tre figure encomiabili e intramontabili, tutt’oggi di grande e prezioso esempio a modello, da cui poter attingere come simbolico patrimonio di risorse inesauribili: Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Caravaggio. Nell’occasione Roberto Re, intervistato da Elena Gollini, ha dimostrato un autentico e sincero sentimento di ossequioso rispetto verso questi tre nomi davvero imponenti e al contempo ha dimostrato un acuto e arguto spirito di valutazione e un pensiero ponderato e approfondito, con riflessioni condivisibili non soltanto da parte degli addetti di settore. Infatti, ha sottolineato la portata universale di questa magica triade sia a livello di acclarata valenza artistica e creativa sia a livello di visione e dimensione umana ed esistenziale, aprendo a interessanti e stimolanti prospettive di approccio e accesso percettivo. Su questo discorso certamente si possono quindi innescare e alimentare svariate sfumature e sfaccettature ulteriori, anche a prescindere dalla prospettiva strettamente connessa e collegata al loro infinito talento artistico e creativo. All’interno della puntata, proprio in virtù di questo pregevole contributo fornito da Re durante l’intervista, sono stati forniti dei riferimenti utili e funzionali riguardanti dei capolavori eccelsi ed eccellenti di Michelangelo e Caravaggio ed è stata fatta menzione speciale sul paese di Vinci, nel cuore della Toscana e vicino a Firenze, che custodisce e conserva il museo dedicato a Leonardo e la sua casa natale, suggerendo una cosiddetta gita fuori porta per vedere dal vivo e da vicino quanta bellezza leonardiana e leonardesca si trova in questo luogo così caro al sommo magister. A riguardo la dottoressa Elena Gollini ha commentato: «È sempre estremamente positivo avere un feedback così sentito e attento da parte di artisti di qualità e di valore come Roberto Re su questi fondamentali e imprescindibili precursori dell’arte contemporanea e anche di quella futura e futuribile, il cui studio va di pari passo con il desiderio di rendere omaggio alle loro gloriose ed avveniristiche produzioni, alla loro appassionata e viscerale vocazione, talvolta anche controtendenza e contestata nella loro epoca di appartenenza, in quanto considerata e concepita come fonte di rottura e come spartiacque con quanto propugnato e indottrinato dall’accademismo di quel periodo storico e sociale. Devo dire, che ho scelto apposta Roberto Re come referente per commentare questi tre nomi “sacri” in quanto lo reputo un artista a sua volta ravveduto e illuminato, capace di svolgere una ricerca di sperimentazione sinonimo di una sua individuale e soggettiva rivelazione creativa e al tempo stesso esistenziale, che rifugge volutamente da contaminazioni sterili e banali e si dirige e si orienta su piani e livelli mai ordinari e mai improntati per sommi capi, ma sempre avvolti e permeati da un fulcro nevralgico e da un nucleo di contenimento calibrato nel più minuzioso e nel più dettagliato risvolto espressivo e comunicativo, proprio come hanno fatto con i loro insegnamenti esemplari ed emblematici questi tre grandissimi “in aeternum”».
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