ANGELICA DI FRANCESCO

Biografia di Angelica Di Francesco

Angelica Di Francesco, nasce ad Atri (Teramo) il 10 agosto 1992, diploma artistico al “Liceo Artistico G. Misticoni” di Pescara e laurea in canto lirico presso il “Conservatorio L. D’Annunzio” di Pescara. Artista, pittrice, cantante lirica, musicista e attrice. Sin da piccola coltiva la passione per il disegno ereditata dalla madre.All’età di quattordici anni inizia a partecipare a concorsi nazionali e internazionali da quelli di pittura a quelli di scultura e canto lirico, riscuotendo successi e premi. Partecipa a diverse mostre collettive e personali, riscuotendo molto successo per il suo stile originale. Amante del colore e dei contrasti, sperimenta diverse tecniche pittoriche. La passione per le arti e la musica l’hanno spinta a curare scenografie, allestimenti e fondali scenici di diversi spettacoli teatrali dove ne ha curato la regia o ha collaborato alla stessa come aiuto regista e dove ha mostrato ulteriori spiccate doti artistiche in qualità di attrice.

 

LEGGI LA RECENSIONE CRITICA A CURA DELLA DOTT.SSA ELENA GOLLINI

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti il tuo stile espressivo usando 3 parole chiave e motivandole ?
R: -Contrasto. Movimento. Simbolismo. Il contrasto è visibile a colpo d’occhio, i colori caldi con i colori freddi che si incastrano, si abbracciano. Per me in un lavoro devono esserci entrambi, poiché sono loro a dar vita all’animo del dipinto stesso. Un po’ effetto Yin e Yang, tra l’altro un simbolo a me molto caro, cerco sempre di rappresentarlo nei miei lavori e oltre a creare contrasto con i colori lo creo con il tema o l’elemento rappresentato, inserendolo anche in un contesto astratto. Il movimento è creato già dal contrasto stesso del colore. Spesso le persone che osservano i miei lavori mi dicono che sono opere vive, si muovono anche se a colpo d’occhio possono sembrare statiche; riescono a “muovere” qualcosa a livello interiore. C’è chi si rispecchia in essi e chi, venendone colpito da uno in particolare, magari il più affine alla propria anima, ci si sofferma a fissarlo “muovendosi” con esso in un mondo immaginario; inoltre “l’immaginario” può essere suggerito dal colore stesso degli elementi rappresentati. Il movimento è anche nelle linee curve e i colori assecondano questi movimenti sinuosi. Le tecniche utilizzate sono diverse e mi piace cambiare o sperimentare quindi anche in questo c’è movimento. Nel simbolismo, se vogliamo, c’è la mia vocazione artistica. I miei lavori tendono a rappresentare il “simbolo” che sia una persona, un animale, un fiore, un simbolo spirituale, un oggetto… Non importa come sia o viene rappresentato, la cosa principale, per me, è il suo significato. Un solo dipinto con un solo “simbolo/soggetto” può avere molteplici significati. A chi li osserva arriva quello che lo stesso osservatore vuole “guardare”. Chi mi conosce sa cosa rappresentano per me le mie opere/lavori/dipinti, non so mai come chiamarli, per me sono rappresentazioni di me stessa, di quello che sono e sento. Faccio sempre fatica a separarmi da loro. I soggetti rappresentati molto spesso sono contornati da linee spesse nere, come se volessero far risaltare ancor più il loro simbolismo.

D: Una tua riflessione sul concetto di vocazione artistica;
R: La vocazione artistica, per me, è l’artista stesso. Il suo vissuto, il suo percorso, gli ostacoli a cui è stato posto, il modo di osservare il mondo e tutto quello che gli appartiene. Oggi giorno un po’ tutti ci classifichiamo artisti, perché ci fa apparire più “fighi” ma anche perché ormai c’è la necessità di etichettare qualsiasi cosa. La vocazione artistica può essere dentro chiunque, poi sta a noi scegliere in quale campo permetterle di uscire o anche semplicemente lasciarla lì, dentro di noi. Non è necessario “fare” sempre l’artista ma si può esserlo diversamente, imparando con umiltà, sensibilità ad “ascoltare” quello che l’opera stessa vuole comunicarci ed imparare ad apprezzarlo.

D: Come stai improntando la tua ricerca artistica in questo anno?
R: Non lo so sinceramente, ho dipinto molto in questo anno. Ho avuto anche molto più tempo visto il lockdown e i danni nel mio settore lavorativo, ossia quello teatrale. Il primo dipinto su cui ho lavorato si chiama proprio 2020, il caos, cambiamenti, incertezze del futuro, problemi economici e tutto quello che ha comportato questo anno. Ho ripreso vecchi lavori lasciati in soffitta. Non si poteva uscire e non avevo tele nuove su cui dipingere, ho visto l’incertezza del presente già rappresentata in passato. Lavori non finiti, di cui non ero soddisfatta, non mi piacevano e li ho lavorati, li ho “ascoltati” e c’era rappresentato il presente, così li ho conclusi. Come per l’anno 2020 stesso non si sa dove ci porterà, così la mia ricerca artistica non so dove andrà…

 

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