ANGELO OLIBONI

Biografia di Angelo Oliboni

Angelo Oliboni nasce a Viareggio nel 1973, trasferito a 5 anni a Verona, tuttora vive e lavora a Verona. Fin dalla propria infanzia cresce in parallelismo con una forte passione per la pittura, passione che si traduce in una ricerca della prospettiva come commistione di futurismo e astrattismo. Un tocco che trascina il colore in linee e punti di fuga, tratti di pennello che traspongono la sua conoscenza grafica in leggerezza cromatica. Un’Arte fanciullesca che fotografa su tele ed altri materiali sperimentati, quali il marmo, l’anima del mondo. Dal 2014 si presenta a diverse mostre e competition, tra cui la Bottega d’Arte Merlino a Firenze e la Galleria d’Arte Contemporanea “Elle” di Lucchetta Andrea, dimostrando un “carattere di bambino” che matura mantenendo la sua identità artistica. Nel 2016 realizza la sua prima personale, al teatro “Fonderia aperta” di Verona. La sua Arte si avvicina anche al web, dove ha partecipato a diversi concorsi online tra cui: Biacoscuro Art Contest rivista d’arte, Arte Laguna Prize Venezia, Charm of Art Sicilia, Universi d’Arte Roma e Artupia, piattaforma online in cui sono ancora presenti le sue opere.

 

Tecnica Oliboniana

L’Arte di Angelo Oliboni si può descrivere solo in una frase “trascinamento dei colori”. Come un dito di un bambino tocca il colore e per gioco viaggia sulla superficie, la pennellata di Angelo trascina con gaudio le cromie, che danzano sulla tela verso un punto in cui l’occhio viene rapito. Questi tratti sono ossimori su tela, timidamente decisi, indefinitamente marcati, ermeticamente chiari, fortemente leggeri.

 

CONTATTI

 

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti il tuo stile espressivo usando tre parole chiave e motivandole?
R: Ho dato forma al mio stile espressivo modellando il mio stesso stile di vita traducendo in colori le mie libertà. Non seguo dogmi o tecniche ma faccio sì che i miei tratti, i miei movimenti siano puro istinto e ispirazione che giocano con il mio “occhi da grafico” per parlare con le cromie attraverso punti di vista e di fuoco che seguono le mie pennellate. Dunque, credo che le tre parole chiave siano: Linguaggio, Prospettiva ottica e Gestualità.

D: Quali progetti di ricerca creativa stai portando avanti in quest’anno?
R: Amo i colori che tingono il mondo, dalla natura alle creazioni dell’uomo. Nelle mie ispirazioni studio i dettagli che compongono le immagini che i miei occhi catturano. Per coinvolgere entrambi gli aspetti del mondo, naturale e artificiale, sto sperimentando nuove forme dei soggetti, con nuove sfumature cromatiche e nuove vernici composte, su nuove superfici di pittura, il marmo in primis. Il 2018 è l’anno che mi ha avvicinato alle superfici antiche, alla natura che dialoga con l’arte anche sotto forma di supporto, come se il mio pennello fosse diventato uno scalpello con cui sfiorare e accarezzare la pietra, dandole dei tratti con cui specchiarsi.

D: Un tuo commento di valutazione in generale sul mondo dell’arte moderna contemporanea; come si potrebbe supportare e sostenere meglio questo pregevole comparto?
R: L’Arte Contemporanea, fortunatamente o sfortunatamente, sta vivendo il suo apice di libertà e commistione con altri aspetti del mondo. Dico fortunatamente perché rispecchia il mio ideale di Libertà come Arte in sé. Purtroppo, in troppi casi, il marketing e la superficialità diventano mode e ciò che sarebbe potuto essere un’espressione del talento si traduce in mera mercificazione. Un modo per supportare questo comparto? Sensibilizzare l’osservatore medio allo scopo di allontanarlo dalla marea della massa e di condurlo per un tratto breve, affinché sia poi libero di viaggiare nelle “Arti” e completarsi con esse senza pensare all’attenzione social o mediatica che le stesse ricevono.

 

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