ERIKA AZZARELLO

Biografia di Erika Azzarello

Erika Azzarello nasce a Catania dove attualmente vive e lavora.
Apprende la tecnica della pittura ad olio presso il laboratorio del M° Franco Sciacca (apprezzato rappresentante del divisionismo siciliano) ed approfondisce contemporaneamente, da autodidatta, lo studio di altre tecniche (grafite, sanguigna, pastello morbido, acquerello e penna biro), dimostrando una netta tendenza verso il realismo figurativo. Negli anni rielabora quanto appreso e la sua pittura si inquadra, oggi, in una sorta di impressionismo contemporaneo. Dal 2009 partecipa a numerose collettive e concorsi d’arte in Italia, riscuotendo consensi di critica e di pubblico. Nel 2014 la prima personale nella sua città, a cura di Artisti Italiani (Benedetta Spagnuolo curatrice). Alcune sue opere fanno parte di collezioni private in Italia ed all’estero.

 

CONTATTI

 

Mostre, concorsi, pubblicazioni

  • 2017
  • “Arte Contemporanea” Artbook di Silvia Landi Editore, Gruppo ESPRESSO
  • Mostre “Premio Marchionni”:
  • Archivio Lazzaro, Milano
  • Museo Cà La Ghironda, Bologna
  • Palazzo del Collegio Raffaello, Urbino
  • Premio Marchionni: vincitrice del Premio Mostre Itineranti, sezione pittura, Museo MAGMMA, Villacidro (CA)
  • 2016
  • “Tempi Adulti”, Proposte per il Premio Vasto, Scuderie del Palazzo Aragona, Vasto (CH)
  • SALUZZOArte, Premio M. Olivero, Fondazione Amleto Bertoni, Saluzzo (CN)
  • 2015
  • FractaExpoChristmas – presso Silù Gioielli, Frattamaggiore (NA). A cura di Fracta Domus
  • “Le Fil Rouge”, Conv. Francescani Neri, Specchia (LE). A cura di V. Cazzato
  • HR? 2015 “The House of Peace”, Fondazione Opera Campana dei Caduti, Rovereto (TN). A cura di R. Ronca
  • “Young Showcase” – MAGMA Museum, Roccamonfina (CE). A cura di P. Feroce
  • 2014
  • “Rassegna d’Arte Contemporanea, I Edizione”, a cura di Europa Eventi Grasso, Porte di Catania (CT)
  • “Quaderni d’Arte ai Minoriti”, Chiostro dei Minoriti (CT)
  • “Omnia Arte Festival” VII Ed., a cura di Omnia Arte Eventi, Castello Normanno di Acicastello (CT)
  • PERSONALE per “Artisti d’Avorio” a cura di B. Spagnuolo, presso il Thai Princess, Catania
  • I° Premio d’Arte e Architettura FRACTA DOMUS “Atmosfere – Percezioni del visibile e dell’invisibile”, presso il Museo
  • Nuovo di Frattamaggiore (NA)
  • 2013
  • “ANALISI CRITICA. Dalla tradizione classica al fascino dell’avanguardia.” Annuario a cura de Il Quadrato Editore – Milano
  • “Cromìe d’Autunno”, Galleria Katanè, Catania
  • “HUMAN RIGHTS? 2013” a cura di Roberto Ronca, SpazioTempoArte. Evento internazionale, presso ex Convento dei Francescani Neri – Specchia (LE)
  • Serie di illustrazioni per il libro “Spoken and Written Discourse in Online Interactions. A Multimodal Approach” di Maria
  • Grazia Sindoni . Editor: Routledge 2013 (UK)
  • “Artes Magnae In Urbe Syracusa”. Ex Convento del Ritiro – Ortigia (SR)
  • “Liburni. Open Space arte e cultura” Mensile (Maggio 2013) a cura del Centro Tipografico Livornese – Livorno
  • 2012
  • “GLI ULTIMI 50 ANNI NELLA PITTURA e SCULTURA ITALIANA” Annuario a cura de Il Quadrato Editore – Milano
  • “ARTE CONTEMPORANEA” Dipinti, grafiche e sculture di artisti storici del secondo ‘900 italiano e artisti contemporanei – Palazzo Ceramico, Caltagirone (CT): 3° premio
  • “Arte & Cioccolato IV Ed.” Museo Nazionale Archeologico Valle del Sarno (SA)
  • “In Primo Piano le Donne” Galleria ELLE – Preganziol (TV)
  • GUìA de ARTE “LEONARDO” Annuario 2012 (Spagna)
  • 2011
  • “Drawing Connection”. Collettiva del piccolo formato, 2 opere in permanenza presso il Siena Art Institute (Siena)

 

PHOTOGALLERY

 

NOTE E RECENSIONI

“Erika Azzarello dimostra (…) come a volte i più acerrimi nemici o, standardizzati erroneamente come tali, ovvero Verismo ed Astrattismo, possano straordinariamente firmare un patto profondo ed interessante di complicità. (…) Dalla sua mano infatti arriva un segnale che vive a mezz’aria tra carezza e pugno, tra racconto perfetto del vero e sublimazione del suo possibile astratto.”
Renato Iannone, Architetto&Creative Designer IoDesign

“Narrare un universo così complesso come quello femminile attraverso pochi ma efficaci dettagli è un dono che appartiene ad Erika Azzarello. Con la sua penna a sfera, attraversa la profondità del mistero femminile, stratificando tratti infiniti dalle mille sfumature, tesse la trama complessa dell’essere donna, ne narra i misteri, ne svela le fragilità, ma anche la tenacia e la forza interiore. Donne vere, autentiche, non stereotipi di pura bellezza, ma anima e carne. Donne contemporanee e talmente realistiche che ti sembra di poterne cogliere il tono di voce, di percepire il loro profumo o addirittura riconoscerle dallo scandire dei loro passi.(…)”
Cristina Polenta (Art Open Space)

“Erika mischia il passato ed il presente, mescola il corpo all’anima, amalgama capelli e ragnatele, fonde occhi ed interiorità femminea. […] le sue donne graffiano lo sguardo della superficialità, fino ad arrivare ad ucciderla. (…) l’artista rende visibile ogni cosa che appare eterea, riuscendo ad andare oltre il profilo dei corpi”.
Benedetta Spagnuolo, Curatore

(…) una pittura iperrealista, basata sulla rappresentazione macroscopica del volto, dei lineamenti e sulla posizione del corpo, sempre rigosamente femminile, con ondate di luci monocolorate e tagliate da ombre nette e sottolineate da quel silenzio di inquietudine dell’esistenza. Una vasta articolazione che mostra le capacità disegnative di Erika Azzarello e che cerca di limitare lo spazio per inserire tutto nel particolare dell’espressione: le figure sono occhi, labbra, mani, bocche, isolate dal contesto ed
inquadrate in uno spazio sufficiente ad interpretare e seguire l’aspettativa, la conclusione, la tragedia.
(…) le passioni sono sempre solitarie, il senso del luogo svanisce per far rimanere solo l’incertezza del tempo.”

“A parte la bravura tecnica, nelle sue figure femminili vi si trova una posizione realista con accenni psicologici e sociali. Il colore tenue e poco appariscente supporta l’immagine in un ambito e in una atmosfera completata dalla luce, capace di sottolineare momenti e tratteggi in funzione luministica e di ricerca. Una pittura che si pone nel vivere quotidiano come intima rappresentazione non tanto della realtà quanto della verità.”
Giorgio Falossi ( Ed. Il Quadrato)

“Non ho mai avuto la presunzione di trasmettere messaggi sociali o di chissà quale contenuto
articolato. I miei lavori parlano del modo in cui percepisco le cose. Parlano di donne, di un universo
che conosco, poiché ne sono parte. Non amo girare intorno ai pensieri costruendo grandi impalcature concettuali e questo perché non fa parte della mia indole, ma soprattutto perché credo che tutto ciò che è creativo debba arrivare a tutti, specialmente a chi non è preparato. L’arte è una delle poche fonti di bellezza che ci sono rimaste e, un linguaggio semplice, sincero e diretto, arriva nell’immediato e rimane dentro, senza troppe spiegazioni.”
E. Azzarello (da intervista online per Words Social Forum)

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come ti definiresti in qualità di artista figurativa e come definiresti il tuo fare arte?
R: Non amo molto le definizioni che inquadrano rigidamente in una categoria e nemmeno amo definirmi, poiché mi sentirei troppo autereferenziale; preferisco che siano gli osservatori ad interpretare il mio lavoro, in assoluta libertà e soggettività. A volte qualcuno mi ha letto dentro, altre volte hanno dato delle interpretazioni del tutto inaspettate o anche lontane da quella che era la mia intenzione, ma non la trovo una cosa negativa, anzi, mi piace che rimanga il mistero, il punto interrogativo. L’arte dovrebbe essere questo, secondo me, un veicolo per farsi delle domande, per far riflettere , eventualmente anche rimanendo con il dubbio. Già il fatto che un mio quadro conduca a questo, mi fa capire che ho raggiunto l’obiettivo, che ho indotto alla curiosità.  Stilisticamente parlando, negli anni ho studiato vari approcci, ma sempre rimanendo nell’ambito del realismo. Amo la figura, le anatomie, amo dipingere e disegnare i gesti, la pelle, le linee sinuose di un corpo e l’acquosità degli occhi; c’è una mia profonda immedesimazione nei corpi che ritraggo, tanto da sentirli fisicamente mentre li accarezzo coi pennelli o con l’inchiostro. Soprattutto negli ultimi anni, quando dipingo, cerco però di abbandonarmi di più alla libertà del gesto pittorico; non credo che arriverò all’astrattismo, ma sono sempre più interessata al movimento, a destrutturare le forme e a renderle dinamiche, tentando di superare il limite della bidimensionalità.

D: Una tua valutazione generale sul mondo dell’arte e sul comparto dell’arte contemporanea, nello specifico.
R: E’ un mondo decisamente complesso. Posso solo parlare per la mia esperienza, che comunque è decennale, pertanto, non troppo radicata. C’è un sistema essenzialmente oligarchico, di quei pochi, appunto, attorno ai quali sembra ruotare tutto o quasi… e mi riferisco agli artisti, ma anche ai critici e ai galleristi; sullo sfondo, una miriade di piccole realtà, alcune (poche) valide, molte altre fumose.
In un Paese come il nostro, ricco di storia e arte, che dovrebbe mettere ai primi posti la cultura e creare opportunità in tal senso, manca la curiosità verso le nuove generazioni, la voglia di investire e di rischiare.  Anche per questo negli ultimi anni sono diventata molto selettiva, guardo più a cosa voglio fare e alla mia ricerca, che all’apparire ad ogni costo con mille mostre e/o concorsi in un anno, di cui poi non salverei che un paio. Sono sempre stata più attenta alla qualità che alla quantità.

D: Cosa vorresti trasmettere in eredità simbolica alle generazioni future con la tua arte?
R: Vorrei essere ricordata per la mia costante ricerca della luce e soprattutto dell’armonia, che non coincide necessariamente con la bellezza, bensì è la ricerca di una combinazione di elementi che insieme creano un equilibrio visivo ed emotivo. E poi vorrei che la mia esperienza fosse di esempio per chi pensa che ad un certo punto della vita sia troppo tardi per cambiare direzione e che non sia possibile farlo senza frequentare una scuola d’arte: la volontà, la passione e lo studio costante non hanno un’età e possono compensare l’assenza di percorsi accademici preconfezionati. Se è qualcosa di forte e di innato, ignorarlo è un errore che porta all’insoddisfazione perenne. Si può e si deve sempre lottare per realizzare se stessi.

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