FABIO PIANU

Biografia di Fabio Pianu

Classe ’92 nato a Pontedera residente a Fornacette in provincia di Pisa. Dal cognome si deducono le mie origini sarde dettate dal padre. Diplomato come tecnico geometra ho sempre avuto un debole per l’arte me ne sono veramente innamorato vedendo, su un libro di educazione artista all’età di 12 anni, “Guernica” di Picasso, del quale nutro una notevole ammirazione (sono riuscito a visitare sia la sua città natale, Malga, il museo dedicato a Barcellona e coronare il sogno nell’agosto del 2017 di vedere l’opera “Guernica” dal vivo a Madrid).
A sprazzi ho sempre disegnato, sopratutto sui banchi di scuola causa noia…cioè proprio sui banchi non su fogli di carta. Nel 2015 pensai che potevo fare un quadro, cosa mai fatta prima, non conoscevo
assolutamente nulla.. presi tutto l’occorrente ed iniziai… Da quel momento la mia vita è cambiata si è aggiunto un nuovo bisogno primario dipingere. Con le mie cuffie che sparano Blues e derivati ( Tutti i titoli delle mie opere sono titoli di canzoni, fino a quando non mi citeranno per plagio) parto per pensieri
astratti, tutto quello che mi circonda, tutti i problemi, le cose belle, non esistono, la mia mente è la tela, la tela è la mia mente è una sensazione straordinaria!
Torniamo alla Bio… dal 28 ottobre al 28 novembre 2016 ho partecipato alla mia prima mostra collettiva a Cascina (PI) intitolata “Anime diverse” proseguendo per altre 2 edizioni.. le mie opere hanno viaggiato fino a Roma partecipando ad un’ altra mostra collettiva alla “Flayer Art Gallery” ed una biennale a Nemi tra maggio ed Agosto del 2017.
Utilizzo prevalentemente pittura con acrilici associata a pennarelli indelebili. Nel settembre del 2017 arriva tra le mie mani uno strumento particolare, una penna stampante 3d, non ci penso due volte e creo subito un opera cercando un unione tra pittura e filamenti di plastica. Da allora in tutti i miei quadri utilizzo sia la penna stampante 3d che il pennello. (Fabio Pianu)

Pagina Instagram: fabio_pianu

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Che tipo di artista sei? Come ti definisci nel tuo fare arte?
R: Ho pensato molto a questa domanda devo essere sincero… non so dare una risposta concreta ho riguardato le mie opere per trovare una risposta e questo mi ha reso un po’ perplesso… non capisco cosa sto disegnando, non so se quello che faccio abbia un senso, ovviamente spero di sì in un modo intrinseco solo per dire di essere normale… so solo che quando sono lì, in quel mondo di pennelli, acrilici, penne 3d, musica a palla nelle orecchie ed altri strumenti, probabilmente sono veramente io, libero da tutto, libero magari di non dover spiegare quello che faccio come si deve fare nella vita reale… questo mi viene in mente guardando le opere concluse, provate ad immaginarvi come sono quando le sto creando!

D: Ci sveli un “sogno nel cassetto” che vorresti realizzare nel 2018?
R: Poter partecipare a dei concorsi d’arte e magari aver la possibilità di produrre una mia personale, non solo per far conoscere quello che creo, ma sopratutto per riceve giudizi, positivi e negativi, così da potermi migliorare, dall’aspetto tecnico a quello personale, per diventare un’artista completo.

D: Come valuti il panorama attuale dell’arte contemporanea?
R: Io sono un giovane, ho 26 anni e quindi tantissimo da apprendere e da vedere. Mi metto nei panni quindi di un ragazzo, in pochissimi intraprendono discorsi riguardo all’arte e la vedono come una cosa noiosa e di poco interesse. Secondo me dobbiamo essere per primi noi artisti a creare cose che trasmettano entusiasmo e voglia di conoscere, il nostro bagaglio culturale italiano è altissimo, abbiamo tutte le basi per far bene, dobbiamo essere consapevoli di ciò e quindi lavorare nel miglior modo possibile.

 

PHOTOGALLERY

 

Scarica didascalie dettagliate e curiosità sulle opere di Fabio Pianu

 

RECENSIONE CRITICA DEDICATA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

La figurazione, nella sua accezione primaria, limita in sé il concetto di pittura, costringendo l’immagine a semplice espressione signica, seppur fedele ed essenziale nella rappresentazione curata dall’artista. Fabio Pianu va oltre questo concetto, vive una sfida esistenziale con ciò che evoca e rappresenta, addirittura osa dell’“imago” nei suoi soggetti, postulando gli elementi, i moti che hanno generato, alimentato e vitalizzato le rappresentazioni riprodotte. Matura e sviluppa le sue capacità creative attraverso svariate tecniche ed è sempre aperto e predisposto a nuove ricerche, mai pago e mai convinto di aver trovato l’ultima sponda di approdo, continuando a lavorare con slancio incessante e ad approfondire il proprio linguaggio semantico, coniugando la curiosità incalzante con la piena onestà intellettuale, che deriva dal suo lavoro, senza maschere e senza timore di giudizio esterno e di condizionamenti imposti. Il suo realismo di veduta non è mai sinonimo di accettazione passiva e statica di un fare arte puramente dottrinale e accademico, ma è l’incipit di spunto, per imprimere una propria qualificante e originale proiezione espressiva. L’esteriorità delle rappresentazioni è sempre avvolta e contornata da un’acuta sensibilità percettiva e intuitiva, che funge da filtro e da trasposizione emozionale in termini figurativi.

Fabio non conosce mai la statica cristallizzazione della narrazione scenica, ma trova una speciale vitalità ed energia dinamica, quella forza comunicativa distintiva e caratterizzante, quella “vis” vigorosa che ha influenzato e scandito anche i ritmi creativi dei grandi Maestri del passato, giocando, rischiando con il trasporto pulsante e vibrante delle sensazioni, sulla base di una profonda concettualità intrinseca sottesa e di un codice ideale, che mantiene vivo dentro lo scenario tutto il pathos, per coinvolgere e conquistare da subito lo spettatore.

Attraverso lo scandaglio intimistico, Fabio affonda lo sguardo verso orizzonti più lontani, risale a nodi e fulcri creativi di ricerca non convenzionale, basata su un ventaglio di soluzioni eclettiche e sorprendenti. Il suo impianto strutturale emerge con coerenza e consapevolezza d’azione, dimostrando intraprendenza e incisività. L’ego dell’artista però non prevale mai, ma si accosta e si concilia nella capacità di aprire e instaurare un dialogo eterogeneo e sfaccettato con il fruitore, un dialogo con il mondo circostante fatto di condivisione mentale e spirituale. La lucidità razionale dell’impegno e la passionalità dell’ispirazione si fondono in perfetta sintonia, arrivando a risultati che bilanciano al meglio la valenza sostanziale dei contenuti con la libertà del sentimento e del pensiero, che fanno da motore trainante. Le opere hanno vita propria, vivono di un proprio respiro, di un anelito di vita personale, che esclude qualifiche di uso comune standardizzato.

Il suo terreno fertile prediletto di esplorazione non propone equazioni compositive delineabili e classificabili secondo regole schematiche prestabilite e predefinite a monte, ma segue il suo libero e disinibito senso espressivo. Fabio ci offre una lezione pregevole e ammirevole di volontà e di stile, una ricerca condotta con grande determinazione, con tenace motivazione e fermo coinvolgimento, all’insegna di un’arte permeante e d’impronta soggettiva, che vuole trovare sbocchi innovativi ed essere al passo con i tempi, senza apparire ripetitiva e tanto meno banalmente scontata e ridondante. Fabio artista di moderna visione si affaccia ad una virtuale finestra e si prepara ad ottenere traguardi per continuare a scoprire e a raccontare con abile destrezza e vivace entusiasmo.

Un’opera d’arte è soprattutto un’avventura della mente” (Eugène Ionesco).

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