LUISA ADELFIO

Biografia di Luisa Adelfio

Le sculture, i disegni e i quadri di Luisa Adelfio sono basati sull’idea junghiana del subconscio, etereo, collettivo, ed infinito, che si manifesta nel mondo tangibile attraverso le discipline intellettuali ed artistiche. Allo stesso tempo, ogni sua opera è una meditazione sull’evanescenza della materia prima. Insieme, queste idee formano il paradosso centrale dell’opera: anche se il materiale è di sua natura transitorio, è comunque il veicolo tramite il quale accediamo alle idee, ai pensieri, ed ai sentimenti. Questi concetti intangibili sono la nostra permanente e duratura eredità. Nelle sculture dell’artista, l’uso del vetro rappresenta, tramite la solidità, la permanenza del contributo artistico, ma, con la trasparenza e la luce, la sua forma intellettuale e spirituale. Nei suoi disegni e quadri, si trovano le stesse qualità: luce e spiritualità tramite una luminosità eterea, supportati da una solida struttura lineare.

Sia nella scultura che nella pittura, sono presenti i temi della memoria e del sacro negli oggetti quotidiani. Entrambi sono intesi appositamente ma allo stesso tempo nascono casualmente dal processo della creazione e dai pensieri che emergono durante il processo artistico. Alcuni esempi dei sotto-temi che risultano da questo processo creativo sono: l’ecologia e l’impatto della vita degli esseri umani sulla terra (Onda di Memoria, Libri di Vetro); la civiltà, e la forza degli oggetti usati nel bene e nel male; il legame tra scienza, natura, spiritualità ed intelletto; le sfide e i percorsi spirituali, sia quelli individuali che quelli comuni che tutti devono attraversare in situazioni come una pandemia globale, una guerra, o un disastro naturale (Provette e Colonne).

Il lavoro attuale, 40ena ed Il sistema periodico, sono esempi illustrativi di come Luisa Adelfio utilizza il tema degli elementi materiali nelle nostre vite, anche apparentemente insignificanti, come contenitori di memorie. Se ci permettiamo di osservare e di prestare attenzione ai dettagli, anche gli oggetti più piccoli acquistano una sacralità che altrimenti verrebbe trascurata. La nostra propria esperienza di tempo, di luogo, e di esistenza, che è intrinsecamente sia personale che collettiva (comune, condivisa) si manifesta in queste due serie, create come diario della vita quotidiana, a casa, durante la pandemia del 2020.

Luisa Adelfio, pittrice e scultrice, si laurea con lode in Scultura e Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e a Wellesley College a Boston. Le sue opere sono esposte in mostre e collezioni in Canada, Stati Uniti, Europa e Sud America. Italiana e americana, Luisa vive tra gli Stati Uniti e l’Italia. È bilingue inglese/italiano, e parla anche francese e spagnolo.

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti il tuo stile espressivo usando 3 parole chiave e motivandole?
R: Le tre parole chiave per definire il mio stile sono: metafisico, etereo, strutturale. Nella mia arte, cerco sempre un “pied à terre” nel mondo reale. Ciò nonostante, anche gli oggetti sono animati. Gli oggetti sono transitori; sono le idee che diventano permanenti. La mia intenzione è di creare un mondo dove solo quell’oggetto esiste. Ma ognuno di noi si ritrova in quell’oggetto, per cui ci attira e ci coinvolge in un dialogo. Allo stesso momento l’oggetto, sia la scultura che il dipinto, è completamente autonomo e parte di un universo tutto a se dentro le confini dello spazio artistico.
Es.: Libro in vetro – Il vetro è trasparente, etereo, ma anche solido. Le idee sono il contributo che poi restano in permanenza, nonostante siano solo idee, e pertanto intangibili, eteree.
Es.: Disegni sul “Sistema periodico” – Il sistema periodico è fatto di elementi invisibili, piccolissimi, che sono le cose in assoluto più ridotte che esistano. E nei miei disegni, il mio “Sistema periodico” è composto dalle cose più ridotte della nostra vita: il bottone diventa U, Universo. Il ravanello Ra, i fiammiferi F (e sembrano anche delle persone, o quasi). L’I diventa l’Io, oppure l’Id-il subconscio che poi in realtà e sempre presente, soprattutto nell’arte quando è sincera e senza filtri. Qui la numerologia è molto importante. Così come per il Pitagora la matematica era una cosa non pratica ma spirituale, che spiegava tutto ciò che è pensiero, che non si può vedere, per me e nella mia arte la scienza e la matematica sono molto importanti: l’uno dialoga con l’altro. La spiritualità, la scienza e la natura sono intrecciate in ogni opera.
Es.: Onda di Memoria e lavori di questo genere (Muro di Memoria) – Il discorso della scienza e la spiritualità vale anche qua: ogni simbolo ha un significato scientifico o spirituale, o tutte e due. La casa non è solo casa, ma simbolo di una casa spirituale dove si arriva con l’arco della vita e del viaggio spirituale che questo comprende. I componenti piccoli fanno parte del tutto, e sono intradipendenti.

D: Una tua riflessione sul concetto di arte cosmopolita.
R: Io penso che l’artista deve sempre dialogare con le circostanze in cui nasce, nelle quali si trova, anche nella città o in un centro cosmopolita di arte. Ma ancora più importante è la memoria collettiva con la quale nasce l’artista, perché comprende generazioni di idee. Questo momento della pandemia ci fa perdere il “polis”. Rimane solo il “cosmos” ossia l’universo ben strutturato dove ogni piccola cosa contribuisce alla somma di tutto.

D: Come stai improntando la tua ricerca artistica in questo anno?
R: Ho vissuto questo momento della quarantena come un viaggio interiore. Senza le distrazioni del mondo esterno è possibile ridefinire ancora una volta il concetto di arte. Gli oggetti di ogni giorno diventano vita, anima. Esistono su un piano tutto loro. Hanno una struttura sottostante, ma sono metafisiche. Per dare un’impronta alla mia ricerca artistica di questo momento, ho ripreso il filone sul quale ero imbarcata tanti anni fa, cioè “Il sistema periodico”. Ispirato dal libro di Primo Levi, ogni disegno, ogni quadro, nasce da uno degli elementi, i quali sono piccoli componenti nella costruzione dei nostri corpi, della nostra quotidianità, delle nostre vite, e del nostro universo.

 

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