MASSIMO CARAMIA

Biografia di Massimo Caramia

Caramia Massimo nasce il 2/12/61 a Francavilla Fontana (BR) da una famiglia di artigiani specializzati nel settore del marmo. Viste le sue origini, già da molto piccolo inizia ad assaporare e vivere l’arte del marmo in tutte le sue sfaccettature e lavorazioni, dal semplice scalpello al taglio, dal mosaico all’intaglio e così via. Grande conoscitore della materia marmorea, per pregi e difetti, per Massimo l’approvvigionamento accurato e selezionato è sempre stato una priorità. Tramite il suo amore per la pietra riesce a valorizzare ogni venatura e colore nelle sue opere.

 

CONTATTI

 

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Raccontaci come stai portando avanti la tua ricerca sperimentale sul blocco marmoreo di origine medicea;
R: La ricerca sul blocco è di indubbia particolarità, alquanto impegnativa e ricca di responsabilità. Da decenni appartiene alla mia famiglia. È una conseguenza fortuita, ma anche di grande professionalità, aver visto e captato prima degli altri la meravigliosa e incredibile fattezza di questo prezioso blocco marmoreo. Negli anni ha rischiato varie volte di essere tagliato a mattonelle, fino a che la mia innata cultura e preparazione artistica hanno fatto sì che scoprissi le varie immagini, i vari volti, che si celano all’interno. Ora, alla luce di tutto ciò, la responsabilità storia e professionale spetta a me, così come la decisione sul come dividere il blocco per esaltare i pregi della materia marmorea e sul come presentare il tutto al mondo artistico, guardando oltre la facciata per scoprire cosa custodisce.

D: Come valuti attualmente nel variegato settore dell’arte contemporanea la lavorazione artistica del marmo?
R: Io penso e credo che l’arte vera non abbia confini ne di stile ne di date storiche, ma sia un continuo di trasformazioni e fusioni. Il meglio rimane sempre alla luce, mentre il resto si oscura e svanisce.

D: Una tua riflessione sul concetto di vocazione creativa;
R: Se non c’è riflessione non si può creare. La vocazione è dentro di noi, basta saper respirare l’intuito e capire come trasformare, trasmettere e farsi comprendere da una semplice materia prima fino ad arrivare all’opera d’arte.

 

 

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