MATTEO SCANU “EMES”

Biografia di Matteo Scanu “EMES”

Matteo Scanu, classe ’94, in “arte” mi firmo come EMES. Sardo, vivo a Mores, un paese nella provincia di Sassari, dove lavoro nel mio studio personale. Conseguito il diploma nell’ormai ex Istituto d’Arte F. Figari a Sassari, all’indirizzo di Architettura e Arredamento, decido di proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti M. Sironi, sempre a Sassari. Lì, scegliendo il corso di pittura, mi sono avvicinato al mondo dell’arte apprendendo basi e tecniche, e prediligendo fin da subito la pittura acrilica, la quale rimane tuttora assoluta protagonista nei miei lavori. Non riuscendo a distinguermi e a trovare il mio posto in quel contesto, mi sentivo incapace di esprimere me stesso, ed è per questo che, dopo tre anni di frequentazione, ho deciso di lasciare gli studi accademici. Dopo un breve periodo di riflessione ho deciso di proseguire il mio percorso di crescita artistica come autodidatta: ho allestito uno studio e ripreso a dipingere da dove mi ero fermato, riscoprendo un vero e proprio amore e liberandomi da inutili blocchi mentali che per anni mi ero posto.

  • Maggio 2017 – Collettiva “ARTE e paesaggio” presso il Museo d’arte contemporanea Masedu, Sassari
  • Luglio 2020 – Collettiva “100 Pittori a Palazzo Fani” presso il Palazzo Fani, Tuscania

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti il tuo stile espressivo usando tre parole chiave e motivandole;
R: DIRETTO: dal punto di vista dei soggetti che amo rappresentare, tento di non edulcorare nessun aspetto di essi. Preferisco essere sintetico e onesto nella loro rappresentazione, senza soffermarmi su troppi dettagli, quanto più dando una rappresentazione diretta, appunto, dell’idea che avevo in testa. Seguo l’onda dello stato d’animo del momento che prevale su di me e creo i miei dipinti abbastanza istintivamente, ma sempre con cognizione di causa.
COLORE: adoro il colore, usarlo, giocarci. Forse la prima cosa che ho imparato è stata proprio che il colore è arte, e sta alla base di tutto. Amo fare vari accostamenti, pur cadendo spesso negli stessi giochi. Nei miei dipinti cerco sempre di mantenere dei forti contrasti, giocando molto con la preparazione del fondo e sporcandoli volutamente. Punto a imparare a domare i giusti accostamenti e contrasti; vorrei che i miei quadri fossero colore, e che grazie al giusto utilizzo di esso riuscissero a vivere e vibrare.
PERSONALE: in ogni studio che faccio, rappresentazione che creo, tento sempre di esprimere tutto me stesso, o comunque quello che provo in quel preciso momento; mi muovo, come già detto, molto istintivamente. Lo vivo come un vero e proprio sfogo, sia esso positivo che negativo. Prendo un pensiero, un idea che magari in quel momento mi “tormenta” e tento di associarlo a un soggetto, o anche solo alla scelta dei colori che poi andrò a utilizzare nella costruzione dell’immagine. Cerco di creare qualcosa che contenga una parte di me e che quindi non si limiti ad essere semplicemente fatto da me.

D: Una tua riflessione sul concetto di arte cosmopolita;
R: L’arte è cosmopolita. Permette di viaggiare ovunque con la mente e con il cuore, sia dal punto di vista dell’osservatore che dell’artista abbattendo ogni tipo di barriera, creando dibattito e sensazioni di ogni genere fin da sempre. È necessario viaggiare, osservare, rubare e condividere nell’arte, solo cosi si può accrescere il proprio punto di vista e vivere a pieno una qualsiasi opera d’arte.

D: Come stai impostando la tua ricerca artistica in questo anno?
R: Ho ancora molte lacune da colmare e per ora il mio principale obbiettivo è abbatterle mettendomi alla prova con me stesso. Non ho un piano ben preciso, voglio continuare a crescere, sbagliare, imparare e evolvere artisticamente. Continuerò a dipingere e approfondire la mia ricerca sul giusto utilizzo dei colori e la costruzione delle forme.

 

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