VALERIA FERRARI

Biografia di Valeria Ferrari

Valeria Ferrari nasce l’8 dicembre 1988 a Bari dove vive e lavora. Inizia piccolissima gli studi di arte e musica e frequenta il conservatorio N. Piccinni studiando violoncello. Al contempo segue corsi di ceramica e disegno..Dopo la maturità scientifica si iscrive alla facoltà di psicologia frequentando in seguito alcuni master di “ipnosi”, “modellamento simbolico” e “lettura del disegno infantile”.

La prima esperienza davanti al pubblico avviene nel 2013 a VENEZIA nell’importante “ Sala del Capitolo” della Basilica del Frari , dove insieme ai “Gioielli d’Arte” espone grandi pannelli realizzati in mosaico di vetro. Nel 2015 realizza una mostra personale dal titolo “VIOLENCE” presso il club “MAD” a Bari che la vede tra l’altro protagonista con il violoncello elettrico in una performance musicale live.
Nel 2016 partecipa ad un evento dedicato alla violenza sulle donne, con un intervento di ACTION PAINTING presso il Palazzo Roberti di Mola di Bari. Anche questo evento segue un percorso multisensoriale dove il pubblico assiste alla realizzazione dell’opera nel momento stesso in cui viene creata, agendo in sinergia con musicisti, poeti e scrittori presenti. Sempre nell’estate 2016 collabora con il progetto “TRITONO”, una rassegna di eventi che prevede la presentazione di progetti musicali originali ed inediti e che vede nell’opera pittorica di Valeria Ferrari la massima espressione del concetto di sperimentazione, creando così una contaminazione di significati tra Musica, Arte e Ambiente. A novembre invece espone le sue opere in una mostra personale per l’inaugurazione del Dexter Club a Bari, locale di interesse culturale. Successivamente a dicembre espone al Fix It Live a Bari sempre con una sua mostra personale molto apprezzata dal pubblico. Espone nuovamente le sue opere a Bari da marzo 2017 con una mostra permanente nella bellissima residenza storica “Villa Massimini-Losacco”.
Vincitrice del Premio dalla Critica in Versilia per il “Concorso Internazionale Michelangelo Buonarroti” nell’edizione del 2017 con il suo trittico L’Eco del Silenzio dedicato a tutte le donne vittime di violenza.
Successivamente espone ancora con una mostra personale dedicata alle donne, dal titolo SAVE THE BEAUTY nell’incantevole cornice di Cisternino in Puglia, nello spazio della storica Torre Civica.
Espone ad Ostuni in agosto 2017 presso il palazzo Tanzarella sede del Museo civico e delle Civiltà Preclassiche con la sua mostra I COLORI DELL’UNIVERSO, ispirata e dedicata a suo nonno, noto fisico, servendosi della sua personale ed innovativa tecnica pittorica che l’artista Valeria Ferrari ama definire  PITTURA NON DUALE. Nell’ottobre 2017 invece viene chiamata a partecipare con le sue opere al “Primo Festival della Cooperazione Internazionale” ad Ostuni dove propone la sua nuova mostra intitolata “THE BODY CAGE” – dedicata alle disabilità , al vigore femminile e all’importanza dell’uso della mente sopra ogni vincolo, fisico e mentale.

Il 2018 invece la vede protagonista invece assieme al padre, noto pianista internazionale, al famosissimo teatro PETRUZZELLI di BARI con una mostra concettualmente affine al concerto per pianoforte di GHERSWIN e ALBENITZ. Un format innovativo che riscuote un successo di pubblico assoluto tanto da doverne ripetere la data la settimana successiva. Nello stesso periodo viene dapprima selezionata e successivamente invitata al PALAZZO XIMENES a FIRENZE ad esporre una sua opera, che gli consentirà di ricevere il premio “BRUNELLESCHI” un riconoscimento per l’alto valore artistico manifestato. Contestualmente viene inserita nell’importante catalogo d’arte “L’ELITE” punto di riferimento di molti collezionisti.

A partire da marzo 2018 diventa consulente artistica e coordinatrice di KUBO un nuovo spazio aperto a Bari con l’obbiettivo di far percepire l’arte con la Mente e con il Cuore attraverso l’utilizzo dell’Empatia Estetica –KUBO #touchyourvision

 

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RECENSIONE CRITICA – a cura di Elena Gollini

Nell’appassionato lavoro creativo di Valeria Ferrari si ravvisa la metafora simbolica dei quattro elementi: l’intelletto nell’aria, il fuoco nella fiducia in se stessi e nella volontà, l’acqua nel sentimento e la terra nell’esecuzione materiale. Questi elementi mantengono intatta, nello scenario narrativo, la loro integrità di valore sostanziale preminente e al tempo stesso, si fondono e si amalgamano perfettamente al paesaggio interno del mondo artistico creato da Valeria. La componente simbolista nella sua arte pittorica si inserisce e si innerva ad un livello concettuale semantico molto profondo. I simboli codificati mantengono un legame di connessione stretta e solida con il mondo esterno, convogliando insito in essi uno speciale potere di accattivante coinvolgimento, che amplia e amplifica la funzione percettiva a tutto campo.

“Io dipingo come un uccello canta” proclamava l’illustre maestro Claude Monet, per sottolineare la sua naturale propensione all’arte pittorica. La stessa innata propensione creativa si ritrova in Valeria che usa la pittura come espressione prediletta per esternare, in modo libero e disinibito, la voglia di fare arte con quella naturalezza, quella spontaneità e quella predisposizione innata, che non vengono mai frenate né forzate, ma si manifestano come una “sorgente” inesauribile da cui attingere di continuo la fervida ispirazione.

Valeria è un esempio positivo di artista moderna e contemporanea, che recupera e rivaluta dalla tradizione degli insegnamenti del passato quanto considera più utile e funzionale e lo modella a sua misura, per ottenere la migliore incisività nelle rappresentazioni e il più congeniale impatto strutturale. È un’artista energica, vivace, che possiede grande padronanza e dimestichezza nel gestire la materia pittorica, riuscendo con forte slancio propositivo a trovare un proprio percorso preferenziale e a ricavarsi una propria dimensione di stile, che la identifica e la qualifica in modo comprovante.

I quadri catturano e attirano da subito l’attenzione, come se fossero delle calamite con il ferro. Non è mai scontata e banalmente emulativa, ma “gioca e azzarda” nella sperimentazione con spirito anticonformista, con l’entusiasmo e la passione di chi ama davvero e senza riserve l’atto della creazione e si compiace nel totale gratificante appagamento di donare agli altri il frutto prezioso del proprio lavoro, per comunicarne l’essenza primaria fondante. La mentalità molto aperta e cosmopolita la aiuta e la sorregge nel progettare sempre nuove soluzioni.

Davanti alle opere di Valeria ci si sofferma volentieri a pensare e fantasticare, lasciandosi coinvolgere dalle visioni contenute in uno spazio tra realtà e fantasia, dove l’utopia dell’immaginario si intreccia alla potente evocazione della dimensione analitica esistenziale. Valeria è artefice di un’arte di intenso carisma contenutistico, che non si lascia mai condizionare dall’apparenza e dall’apparire in termini esibizionistici fini a se stessi. Valeria ci stimola e ci esorta ad osservare le sue creazioni per intraprendere un cammino enigmatico, lungo un percorso fatto di inaspettate e impreviste sorprese, che incalzano la mente e ne sollecitano la riflessione.

All’interno di quanto proposto dal multiforme e articolato coacervo applicativo dell’arte contemporanea, senza dubbio Valeria occupa una posizione assolutamente meritevole e ricopre un ruolo avvalorato da radicate motivazioni trainanti. Fin dal primo contatto visivo con le opere si comprende che lo stile espressivo lascia trapelare e riecheggiare quella parte che ognuno possiede in sé, talvolta anche custodita in modo volutamente nascosto e non manifesto. La sua arte ci orienta verso un’antologia introspettiva ricca di suggestioni. Valeria è un’artista viscerale, per la quale non è sufficiente disegnare bene, dipingere bene e produrre un’opera che sia gradita al pubblico dei fruitori sul piano estetico, ma si prefigge sempre di andare oltre in termini di argomentazioni sottese. Le opere risultano avvolgenti e permeanti con una carica energetica vitale, che raggiunge e scuote la sensibilità emotiva più recondita. Le abilità tecniche e strumentali indiscusse le permettono di evolvere e di superare le tendenze dottrinali accademiche, formulando e sviluppando un proprio peculiare paradigma iconografico, senza mai perdere quella purezza e quella genuinità di artista che combatte e lotta con fermezza, per essere e rimanere sempre se stessa e impegnarsi a diffondere un concetto di arte libera e liberamente accessibile.

Valeria trova se stessa non infrangendo le convenzioni in modo decostruttivo, ma performandole e modulandole in tutto il loro potenziale rimasto inesplicato. Il suo palcoscenico artistico diventa un proscenio dinamico, con elementi e componenti sempre ricercati e studiati a monte, che confluiscono in pause di sospensione meditativa e sfociano in ascendenze interiori e rivelazioni di natura emozionale e garantiscono allo spettatore una sferzante interazione. La pittura di Valeria delinea e definisce uno stato sospeso atemporale, riflessivo e pulsante come il suono del moto dell’anima e si accosta a quella ricerca dell’ES che Georg Groddeck, medico luminare della psicoanalisi, indicava come “strumento di autoconoscenza e guarigione, una sorta di psicoanalisi selvaggia” come amava definire la sua sperimentazione tra arte, medicina e osservazione del reale, che non si fermava all’apparenza, ma scendeva e penetrava in profondità a svelare l’ego intimo di ciascuno.

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Se dovessi darti una definizione come artista usando 3 parole chiave e motivandole;
R: VISIONARIA, ECLETTICA, ARMONICA. Ho delle mie personali visioni sulla comprensione del mondo e delle cose. Ed’ è da quest’ultime che attingo la mia arte pittorica. Non mi accontento mai della superficie, ma adoro esplorare sempre strade alternative anche se a volte più complesse per arrivare ad un risultato. E’ da quando sono piccola che mi pongo sempre domande concettuali sul come e perché delle cose, quindi dipingendo una tela in realtà non faccio altro che cercare risposte in me stessa.. e da me stessa parto per esplorare con l’immaginazione e la profonda riflessione nuove dinamiche, cercando ossessivamente di sublimare la mia arte dandole una nuova forma e quindi un nuovo piacere sensoriale. Spesso sfrutto il cromatismo dei colori per far ciò, ma in realtà cerco di trovare l’armonia nascosta nelle cose e nelle figure, e tento così di indirizzare il pubblico a nuovi modi di osservare e percepire, anche quello che può essere un oggetto d’arte o una tela. Sai penso che poi in realtà la chiave di tutto sia la consapevolezza, quella consapevolezza nella quale nulla può essere determinato o definito, attraverso cui è possibile reinterpretare qualsiasi cosa, penso che in questo mondo nonostante tutto ci sia sempre e solo una forza invisibile ed invisibile dietro alle cose , ed è l’armonia … ecco, è questo quello che cerco, anche in me stessa.. Armonia.

D: Quali sono i progetti che hai in serbo per il 2018? 
R: Ho iniziato questo 2018 ponendomi un solo obiettivo, divulgare la mia filosofia artistica , divulgare e promuovere l’armonia cercando nuove forme di dialogo col pubblico, facendolo così entrare in una profonda riflessione consapevole. Credo che proprio per questo mi hanno chiamato a far parte del progetto “KUBO” – si tratta di un nuovo spazio aperto a Bari, uno spazio dove l’aspetto visivo è al primo posto, in cui io mi sono ritrovata nella posizione di poter far cambiare prospettiva ed introdurre le persone in una visione più consapevole della realtà artistica che ci circonda. Inoltre dal 27 aprile sarò a Roma per la mostra dei 100 pittori in via Margutta, evento di grande importanza per la Capitale, in una via che è stata il centro dell’arte e dei pittori che ci hanno abitato e si sono susseguiti dal 1953 ad oggi quali Guttuso, Picasso… Ho ricevuto un invito dalla galleria Spazio Contesa Arte per questo evento.
Poi sarò a Padova per una per una personale della durata di un mese nella galleria Maison D’Art della Dottoressa Carla D’Aquino. Dopo il grande successo avuto al noto teatro Petruzzelli di Bari, per l’estate ho in programma una serie di concerti eventi, dove la musica sarà affiancata dall’arte pittorica dei miei quadri, per portare così il pubblico a sperimentare una connessione sensoriale a 360 gradi, dove musica e pittura si specchiano e si fondono. Inoltre a dicembre di quest’anno uscirà il volume L’ELITE 2019 nel quale verro rappresentata con 8 pagine ripercorrendo il mio percorso artistico da quando ho iniziato ad oggi. Ho avuto anche la soddisfazione di essere entrata a far parte dell’Archivio Storico dei Maestri di ieri e di oggi presente nelle biblioteche su tutto il territorio nazionale. Inoltre, le mie opere continueranno ad essere esposte nella galleria Forma 4 a Bari in via Argiro. Il mio obiettivo quindi è quello di portare la mia arte e il mio concetto artistico “AROUND THE WORLD”.

D: Hai un’artista o una corrente artistica a cui ti ispiri per fare arte?
R: Credo nello studio di quello che si è vissuto in passato al solo scopo di rinnovarsi. Non faccio arte per ripetere quello ce c’è già stato o è già stato detto. Ogni corrente è esistita perché ha avuto un suo perché in un suo momento storico e culturale di cui ha fatto parte. Lo scopo dei grandi maestri era proprio quello di analizzare concetti scientifici o scoperte di cui l’essere umano aveva preso atto e su cui aveva una sola chiave di lettura. Come ad esempio è successo ai Surrealisti quando Freud parlò del sogno e dell’inconscio o per il Futurismo e il Cubismo nate per l’affermazione della quarta dimensione, quella del tempo. Per questo non credo alla ripetizione, credo nei miei Grandi Miti che hanno apportato quella rivoluzione culturale-artistica che ha fatto da palcoscenico ai grandi cambiamenti.  Amo Caravaggio, Dalì e tantissimi grandi dell’arte, ma penso anche che tutti i grandi hanno saputo osare, andare oltre a quello che già c’era e introdurre tutte quelle nuove ed appunto rivoluzionarie correnti artistiche di cui oggi parlano i libri di storia dell’arte. Ma dietro ciò c’era il bisogno di concretizzare un concetto per lasciarlo in eredità al fine dell’evoluzione. È da qui che sono partita per iniziare a parlare della mia personale tecnica pittorica – PITTURA NON DUALE. Ho messo insieme e connesso vari elementi di varia natura, viaggiando attraverso connessioni di scienza, filosofia e progresso ed ho cercato di creare una tecnica che a mio avviso potesse comprendere tutto, IL TUTTO in maniera armonica ed essenziale. Da qui il concetto di non-dualità , nel quale il tutto perché funzioni debba ritrovare l’armonia della materia e dell’essenza. Attraverso questo concetto mi è possibile intraprendere il discorso della ierofania del tutto e del libero arbitrio dell’esistenza umana, e quindi porre una riflessione ad ogni singola persona che guarda le mie opere sul perché del qui ed ora. Sul perché del tempo e dello spazio così come lo percepiamo.

D: Come pensi che lo stato e le istituzioni debbano procedere per sostenere in modo concreto l’arte e la cultura in generale e per stimolare anche le generazioni dei più giovani ad avvicinarsi?
R: A questo proposito intendo rispondere che credo fermamente nella bellezza dell’Italia, del nostro patrimonio culturale artistico. Credo che noi come italiani e quindi rappresentanti del nostro Paese, dovremmo essere fieri della cultura e delle tradizioni che ci appartengono e a cui apparteniamo. La ricerca, la Bellezza e l’estensione culturale che l’Italia ha dato nei secoli attraverso i nostri artisti nel mondo, credo sia qualcosa di unico ed assoluto. Credo che la nostra sensibilità sia innata e genetica, ma anche che la voglia delle nuove generazioni di combattere per la bellezza che ci appartiene col tempo si sia affievolita. In questo punto non mi riconosco, è come se in realtà la ricerca si fosse fermata, è come se vivessimo in una sorta di anestesia delle coscienze e dei valori, e questo per me è inaccettabile. Quindi alla domanda cosa fare, rispondo che bisogna educare le nuove generazioni a far fuoriuscire l’empatia, la stessa empatia che ci rende umani e compassionevoli, ma che ci dà anche la possibilità di apprezzare il bello in ogni “cosa”, in ogni “dove” e in ogni “quando”. E per questo l’unica soluzione è offrire spunti, spazi e idee, per connettere le persone, per stimolare l’espressione di sé e diseducare dall’apatia dell’infelicità personale. Il risveglio delle coscienze, l’educazione a chiedersi il perché delle cose, l’educazione all’interesse e a coltivare l’interesse con percorsi alternativi. Partendo dalle scuole e continuando nel sociale senza lasciare buchi. Per una società più consapevole, per un benessere reale delle persone e per imparare a prescindere dalle circostanze e cominciare a credere, vivere per uno scopo, vivere per il bene, vivere con coraggio e finalmente senza paura.

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