PIERLUIGI DI MICHELE “PIERGIÓ”

Biografia di Pierluigi Di Michele “PierGiò”

Pierluigi Di Michele, in arte PierGiò.
Architetto, pittore e scultore, nato a Pescara nel 1969. Curioso ed interessato alla realtà che lo circonda e al continuo fluire ed ai mutamenti che ne conseguono, non trascura un mondo interiore, irrazionale e spontaneo, che riporta nelle sue opere, in un passaggio continuo dalla pittura alla scultura, sperimentando continuamente nuove tecniche, che a volte abbraccia con convinzione e testardaggine. Le sue forme antropomorfe, che nascono da anni di ricerca, sono rivelatrici del suo inconscio, che con difficoltà convive con la razionalità e gli schemi ufficiali.

Il percorso creativo comincia in giovane età, con la partecipazione ed il conseguimento di diversi premi e premi ex aequo a molteplici concorsi di pittura estemporanea. La prof.ssa Brigida Di Leo, docente di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi G. D’Annunzio di Pescara, recensendo una delle sue opere scrive: “L’elefantino risponde alla ricerca dell’innovazione portata avanti da PierGiò in tutte le sue opere soprattutto nelle forme antropomorfe. L’animale che sembra avere uno sguardo ironicamente umano è ridotto all’essenziale nella faccia e dissezionato nel corpo e in tanti listelli neri uniti da elementi rossi che li saldano quasi a ricostruire un corpo che in ogni modo non più nulla di reale. Anche la tecnica, olio e acquerello uniti insieme su tela di juta, conferisce all’opera un carattere di originalità. La figura si staglia su un fondo policromo costituito da un dripping di colori che, oltre a raggiungere una notevole armonia cromatica, producono un effetto aggettante così che la forma rappresentata sembra quasi voler lasciare il suo sito naturale, la tela, per inserirsi nel mondo reale dello spettatore”.
Nel 1999 il primo riconoscimento ufficiale da parte dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma, poi numerose esposizioni: Firenze, presso l’associazione Gadarte; Roma, presso l’Accademia Internazionale d’Arte Moderna; Barcellona; Pescara, presso l’Università degli Studi G. D’Annunzio.
Consapevole dell’imprescindibile ruolo che l’arte svolge nella società, nella sua città natale contribuisce alla nascita del gruppo degli artisti di “Forme Aperte”, una delle voci più interessanti nel panorama artistico pescarese ed abruzzese, sia per la sperimentazione sia per la ricerca estetica poste in atto.
La nota artistica e le quotazioni già dal 2002 venivano pubblicate su diversi Cataloghi, quali L’Elite, Selezione Arte Italiana e L’Accademia Internazionale D’Arte Moderna, la sua presenza in numerose riviste: Collezione Arte Contemporanea, Boè, L’Elite ed Effetto Arte, ecc.

Ha collaborato con artisti e critici in varie mostre collettive e personali, in Italia e all’estero. Le più recenti presso l’Accademia Internazionale Dei Dioscuri (dove consegue il riconoscimento di “Ambasciatore dell’Arte nel Mediterraneo 2016”) e presso il Museo MIIT di Torino; la rassegna artistica internazionale a Roma ArtExpo; la prestigiosa presenza alla Triennale di Arte Contemporanea di Verona, al “meArt” di Palermo nella speciale sezione del Museo Levi, ai “Contemporanei nella città degli Uffizi” a Firenze ed ai “Contemporanei nelle sale del Bramante” di Roma. Presente alla seconda “Bienal de Arte Barcelona” presso il MEAM di Barcellona.

Molti i riconoscimenti conseguiti, tra i quali il “Premio Internazionale Berlino” nella Chiesa francese di Französische Friedrichstadtkirche di Berlino, il “Premio Internazionale Arte Milano 2017”, il “Premio Internazionale Raffaello 2018” e il Primo Premio “Internazionale Arte Palermo 2018”, in occasione del quale l’esimio critico d’arte Paolo Levi racconta di lui: “Artista poliedrico, Pierluigi Di Michele in arte PierGiò, realizza opere che vanno oltre la semplice raffigurazione visiva. Le sue sono composizioni articolate e originali, caratterizzate da interessanti accostamenti di forme, volumi e simboli dettati dalla simbiotica concertazione tra la sua percezione interiore e il suo impulso creativo. Un modo di approcciarsi all’arte che può indubbiamente essere definito coraggioso, istintivo e meritevole di plauso”.

Due litografie inserite tra “Gli Artisti nella Collezione Sgarbi” nella Raccolta delle Stampe e dei Disegni di Vittorio Sgarbi, che scrive dell’artista PierGiò: “La storia di una collezione èstoria di occasioni, d’incontri, di scoperte, s’incrocia con curiosità, ricerche, studi. La presenza del suo operato nella raccolta delle stampe e dei disegni della mia collezione attesta la validità del suo impegno stilistico”. E ancora in occasione del Premio Internazionale Arte Milano: “La selezione del suo operato in occasione di questo prestigioso progetto attesta il valore della sua ricerca stilistica nel panorama artistico contemporaneo. La sua presenza è conferma che la creatività è una delle più importanti forme di trasmissione del sapere”.

Scrive di lui l’art blogger Elena Gollini: “Piergiò ci offre un’occasione pregevole di avvolgente partecipazione diretta allo scenario narrativo e di immedesimazione piena e totale, consentendoci di entrare a far parte del suo tutto e di essere accomunati dalla stessa inesauribile curiosità verso il mondo e quanto fa parte della nostra complessità esistenziale. Una lezione artistica quella di Pergiò di grande apertura e propensione verso chi accoglie e custodisce come lui il senso del Bello e della Bellezza con lungimirante prospettiva, senza limitarsi al meccanismo strettamente estetico e d’impatto visivo, ma orientandosi e canalizzando un mix equilibrato e bilanciato di fattori costitutivi, che fanno la differenza a livello sensoriale e tattile”.

Recensione lusinghiera da parte del critico, saggista ed editore Sandro Serradifalco: “… Narrare attraverso la tela, raccontare attraverso i colori, riflettere attraverso la forma, sono tutte cose che fanno si che il maestro Di Michele diventi l’interprete di un nuovo modo di fare arte; innovativo nelle tecniche, sfrutta in maniera materica il colore conferendo spessore e tridimensionalità a molte delle sue opere e questo perché l’idea di stimolare gli altri sensi oltre la vista, aiuta l’istante a indagare cercando di comprendere e trovare le giuste chiavi di lettura che svelino il mistero segnico dei suoi dipinti … Nelle sue opere emerge la strabiliante fecondità di una fantasia creatrice, capace di amplificare i valori estetici e spirituali captati dalla realtà per convogliarli in un messaggio di respiro universale”.

Ancora Stefania Bison, storica dell’Arte: “Pierluigi Di Michele è uno di quegli artisti che sanno dar prova di una creatività a trecentosessanta gradi senza rischiare di fallire in alcun tentativo. Opere colorate, brillanti e dalle particolari lavorazioni, contraddistinguono il suo operato che tocca diverse tematiche e diversi stili, senza tralasciare l’espressionismo astratto o comunque quello che è un’appendice diretta dello stile informale più classico. Alcune opere vedono il particolare impiego di materiali altri dal colore, come tessuti o materiali plastici; la scelta di dare corpo e tridimensionalità ad alcune opere diventa oculata quando l’artista stesso riesce a bilanciarne l’esistenza, anzi la coesistenza, con un piano bidimensionale che può esserne il supporto o la base cromatica. Lavori originali, messaggi contemporanei e una segnica di pregio costituiscono i capisaldi della sua produzione”.

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Se dovessi darti una definizione come artista, usando 3 parole chiave e motivandole;
R: PierGió nasce dall’AMORE… un sentimento, Spirituale… Umano… Creativo…, da una componente interiore molto forte nel dare un messaggio all’umanità pieno di emozioni, derivante soprattutto, da una vita travagliata dove prevale la sofferenza. Una componente che scaturisce da un quotidiano percorso pieno di ostacoli… scuola, lavoro e sentimenti.

D: Quali idee e progetti artistici hai in serbo per il 2018?
R: Ritengo il 2018 un momento della vita umana e creativa molto importante. Il cambiamento. Un obiettivo senza compromessi, interagendo con me stesso a livello umano, spirituale e creativo, in cui credo e affermo di aver raggiunto. Un senso di direzione come scelta di vita e sul come fare ad affermare la vera creatività artistica. Una gran voglia di fare.

D: Quali sono le fonti ispiratrici del tuo percorso di ricerca artistica?
R: La continua ricerca stilistica nel tempo, va di pari passo nel capire se stessi, vincere la componente umana fino al rinnegarla. Con l’aiuto Divino e la continua preghiera invocando lo Spirito Santo, affinché edificasse in me il vero senso dell’essere. La sensibilità accresce la creatività, fonte unica per affermare la vera Arte. La creatività per PierGió è Amore; una forza interiore unica, caparbia, senza limiti e tempo.
Le forme antropomorfe sono un raccontare se stessi raffigurando ogni emozione del momento. Il colore, la materia e la tecnica sono componenti della creatività, quel continuo rincorrere nel capire e capirsi senza tregua e senza tempo.

 

PHOTOGALLERY

 

RECENSIONE CRITICA – a cura di Elena Gollini

Jean-Paul Sartre sulla scia di quanto affermato da Edmund Husserl e accentuandone gli aspetti e le componenti esistenziali, pone fine al carattere “eidetico” della riflessione filosofica del primo Novecento ed evidenzia la presenza della sfera “primaria” fluida e dominata dalla logica del “campo” (inteso come campo percettivo, ma anche affettivo ed emozionale, concepito come spazio organico, vissuto in prima persona) che tende a sostituire la vecchia logica delle coordinate cartesiane e ogni suo derivato. PierGiò sembra respirare, recepire e mettere in atto al meglio, tramite la sua produzione artistica, questo speciale linguaggio filosofico, traducendolo in semantica concettuale e facendo emergere la poderosa e portentosa corrente stilistica dell’Informalismo.

PierGiò domina e governa il gesto creativo con forza comunicativa, maestria tecnica e strumentale e coraggio di intraprendere una sperimentazione di ricerca innovativa. Ama sfidare se stesso in una continua trasformazione camaleontica, che equivale anche ad una costante riflessione di vita, sul vissuto e sulle trame intessute vivendo da uomo-artista di profonda e radicata esperienza e autorevolezza. Dalle opere si sprigiona una potente carica di vitalità espressiva, associata alla prospettiva del sogno e della componente onirica e alla dimensione fantastica e immaginifica.

Mathieu dipingeva direttamente con il tubetto sulle tele, affinché non fosse possibile al Super-Io di intervenire, facendo in modo che fosse l’Es a dominare gli eventi. PierGiò nelle sue coinvolgenti performance di commistioni e profusioni pittoriche, sembra volerci comunicare che la passionalità e l’instinto più irrazionale e istintivo, sono guidati e convogliati verso una grande avventura esplorativa, verso un livello avvincente e misterioso di intrigante ed enigmatica prospettiva, tutta da svelare e rivelare. PierGiò accompagna lo spettatore dentro un cammino di permeante interazione dove condividere le esperienze e le passioni, i sentimenti più disinibiti e il pathos più intenso, prendendolo per mano, come a voler percorrere insieme anche il sentiero esistenziale e la strada della vita, innescando un legame indissolubile e inscindibile. Le forme indefinite e le figurazioni stilizzate si mescolano insieme con armonioso intreccio, le commistioni e stratificazioni generano movimento plastico e convogliano nella composizione scenica un vibrante dinamismo. La sua è un’arte libera, frizzante, senza condizionamenti a monte, un’arte intrisa e pregnante di comunicazione visiva e visionaria.

Attraverso le opere di PierGiò si può dare un senso ben definito ed esclusivo all’articolato e sfaccettato corollario dell’Arte Informale di tendenza astratta, che seguendo il flusso e l’influsso della Natura è sinonimo di emozione creativa pura e cristallina. La materia pittorica viene lasciata libera di agire sulla superficie e di espandersi in tutto il suo vivace paradigma contenutistico. Il colore si anima e prende vita, guidato con abilità dalla mano di PierGiò che ne avvalora al meglio la portata coreografica.

L’arte di PierGiò possiede valori e valenze qualitative molto elevate, supera e oltrepassa la rappresentazione del dato sensibile fine a se stessa e la descrizione estetica formale a sé stante, per affermare e proclamare la supremazia assoluta del comparto emotivo ed emozionale. Lo fa con sapiente mestiere e con istinto accorato, come ad ergere in alto un vessillo simbolico a difesa e tutela della libertà e dell’indipendenza del fare arte, che rivendica a favore delle proprie naturali inclinazioni, ma anche a sostegno di quelle degli altri artisti come lui.
La sua arte riassume alla perfezione l’allegoria del divenire pittorico, inteso come metamorfosi di traslazione e di passaggio da uno stato figurativo classico e tradizionalista ad una condizione alternativa e non convenzionale, che conduce ad un magico regno di parvenze decretate dal gusto astratto e dalle accensioni cromatiche dense, pulsanti, sferzanti con una serie di “contaminazioni” ad ampio raggio di lettura interpretativa.

PierGiò approda e si ancora ai lidi di una formula astratta sentita e toccante nel profondo del moto della sua anima creativa, poliedrica ed eclettica. Si percepisce un transito verso un informale metafisico, che lo spinge ad un’arte simbolista e metaforicamente analitica. Ogni opera assume una propria qualificante e specifica identità sostanziale, una propria specifica rievocazione narrativa unica e non ripetibile e contiene delle speciali rivelazioni cifrate e codificate, destinate a racchiudere messaggi sociali importanti.

PierGiò ci offre un’occasione pregevole di avvolgente partecipazione diretta allo scenario narrativo e di immedesimazione piena e totale, consentendoci di entrare a fare parte del suo tutto e di essere accomunati dalla stessa inesauribile curiosità verso il mondo e quanto fa parte della nostra complessità esistenziale. Una lezione artistica quella di PierGiò di grande apertura e propensione verso chi accoglie e custodisce come lui il senso del Bello e della Bellezza con lungimirante prospettiva, senza limitarsi al meccanismo strettamente estetico e d’impatto visivo, ma orientandosi e canalizzando un mix equilibrato e bilanciato di fattori costitutivi, che fanno la differenza a livello sensoriale e tattile.

 

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