SILVIA FIORIDO

Biografia di Silvia Fiorido

Sono nata a Milano l’11 novembre, risiedo a Milano . Sono in possesso di una laurea ottenuta presso la Cattolica di Milano in lingue e letterature straniere (inglese e tedesco quadriennali, spagnolo biennale), ho svolto parecchi lavori di interpretariato, insegnamento e traduzioni che svolgo tuttora, quando il tempo me lo permette. Attualmente lavoro a Milano come Assistente Esecutiva, traduttrice ed organizzatrice di eventi. Ma la mia più grande passione è e rimane la pittura. Ho iniziato a dipingere molto giovane dapprima come autodidatta e per divertimento, successivamente (nel 1998) ho iniziato a frequentare un corso di pittura olio su tela ed altre tecniche pittoriche sotto la guida del maestro Benito Trolese a Milano. Insieme ad altre persone che condividono la mia passione e che la condividono tutt’ora, ho partecipato a varie esposizioni tra il 1999 ed il 2007 presso la biblioteca di Baggio a Milano (“Fare pittura” e “La fucina dei colori”), la Galleria “Studio 2000” (mostra natalizia) in via Statuto a Milano, dicembre 2003, in un paio di istituti bancari nel 2004, presso il teatro San Domenico a Crema (“Sguardi”), giugno 2008, presso la manifestazione “Camminando nell’Arte” a Pandino (CR) aprile 2011, in occasione della “Fiera di Primavera” a Vaiano Cremasco (CR), maggio 2011, dal 4 al 10 giugno i miei quadri sono esposti presso il Centro Culturale del Comune di Cremona in occasione dell’esposizione collettiva europea“ Artisti Europei” a Cremona (dove ho ricevuto delle segnalazioni in merito alle mie opere) e presso la galleria “Oldrado da Ponte” in occasione della notte Rosa di Lodi, giugno 2011.
Ho esposto alla collettiva “ART SHOT” presso i chiostri del Teatro San Domenico di Crema dal 2 al 9 luglio 2011. Dal 25 febbraio al 30 marzo 2012 ho partecipato alla mostra collettiva “Artisti Cremaschi” a San Zeno Naviglio (BS). Da settembre 2013 dipingo costantemente presso l’associazione “Sub69” a Milano insieme ad altri artisti, il che mi permette di continuare a coltivare la mia passione. Il 20 giugno 2015, sono stata chiamata ad esporre in occasione di una collettiva in occasione dell’ evento “Calici sotto le Stelle” ad Inverigo (MB). Ho partecipato con alcuni lavori alla  Fiera di Reggio Emilia Immagina dal 25 al 28 settembre ed alla  Fiera di Cremona dall’11 al 13 marzo, 2016. Nell’aprile 2016, con l’associazione SUB 69 di cui faccio parte ho partecipato alla collettiva  “Fuori Salone” in concomitanza con la fiera “Salone del Mobile” di Milano, conosciuta in tutto il mondo. Dal 15 al 27 novembre, 2016 ho tenuto la mia prima personale nella città di Crema (con il titolo Evanescenza), che si è rivelata un successo.  Dal 28 marzo al 2 aprile 2017 , ho partecipato alla mostra “Un, Due, Tre, Stella” alla Fondazione delle  Stelline, donando due opera in occasione di Art for Charity, un’associazione no profit, il cui ricavato sarà devoluto interamente ai bambini cardiopatici dei paesi poveri. L’8 ed il 9 aprile 2017, insieme ai pittori della nostra associazione SUB69, abbiamo esposto le nostre opere al distretto di Lambrate locato in Milano in occasione dell’evento internazionale Salone del Mobile – Fuori Salone. Per questa seconda esposizione è stato creato il sito del Fuori Salone:
http://archivio.fuorisalone.it/2017/it/eventi/1212/Esposizione-quadri-e-complementi-di-arredamento

Il 7 Maggio 2017 ho esposto le mie opere nella cornice meravigliosa dei Navigli in occasione dell’esposizione artistica “Arte e Fotografia”  tenutasi dall’associazione “Naviglio Grande” a Milano.
Il 15 ottobre 2017 ho esposto i miei lavori per una “street art” presso il Castello Visconteo di Pandino in provincia di Cremona. Dal 13 al 20 aprile 2018 ho esposto per una collettiva “REMEMBER” presso la galleria d’arte Bazzini 15 a Milano, facente parte dell’associazione SATOR. Alla mostra hanno preso parte anche artisti di tutto il mondo. Dal 20 al 27 aprile, in occasione del “FUORISALONE” ho esposto alcuni dei miei lavori dal titolo “MUSE” presso la Caffetteria/Enoteca Rosèe delizioso locale sito in corso di Porta Romana a Milano, punto nevralgico per le esposizioni in occasione del Salone del Mobile di Milano.
https://fuorisalone.it/2018/it/eventi/1391/Le-Muse-di-Silvia-Fiorido

Dal 4 all’11 maggio 2018 ho esposto alla collettiva “ART TALES” sempre presso la galleria d’arte Bazzini 15. Anche in questa occasione alla mostra hanno preso parte anche artisti di tutto il mondo.
Molti siti di giornali d’arte online hanno dato spazio a questi eventi in galleria Bazzini 15.
https://fuorisalone.it/2018/it/eventi/1443/Remember

Nel 2019 partecipa con le sue opere al Fuorisalone di Milano, presso lo spazio Fujilab.

 

LEGGI LA RECENSIONE CRITICA A CURA DI ELENA GOLLINI

 

 

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INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti la tua vocazione creativa?
R: Se posso azzardarmi la definirei onirico-espressionista. Amo i colori forti, decisi e materici sulle tele od altri materiali che uso. I miei quadri sono figurativi, perché amo dipingere la figura umana in tutti i suoi aspetti (a tal proposito sto frequentando da un anno anche un corso di disegno dal vivo con modello/a alla scuola del castello Sforzesco e, quando il tempo me lo permette, durate i fine settimana, dedico un paio d’ore a perfezionare il disegno delle singole parti del corpo umano, esercizio che mi aiuta molto poi nel riportare il lavoro su una tela). Però sto ancora cercando la mia strada verso un’impronta più onirica, qualcosa che evochi mondi diversi e lontani, anche di sogno..però ciò non mi deve portare ad essere un po’ come quelle persone che dipingono troppo quadri “fantastici”, ne vedo tanti in giro..insomma sto cercando la mia originalità e spero di arrivarci. Sperimento tanto e la strada è ancora lunga.
 
D: Su quale ricerca artistica stai focalizzando il tuo stile espressivo?
R: Generalmente guardo tantissime immagini di fotografi famosi di tutti i generi ed epoche, studio tanto l’arte dei grandi maestri pittori italiani e stranieri, osservo molto le loro opere, cerco di cogliere quel quid che distingue l’uno dall’altro, ma che ritengo doti geniali, ovviamente, adoro la corrente espressionista ed i lavori di Friedrich, Munch, Nolde e Turner..ultimamente sto coltivando l’idea di trasporre i miei disegni ( quelli che ho fatto alla scuola del Castello), prevalentemente di figure femminili (ma anche maschili) su una tela e, usando loro come figure principali, creare intorno delle ambientazioni particolari.
 
D: Un tuo commento di riflessione valutativo sul mondo dell’arte contemporanea in generale.
R: Ci sarebbe da scrivere un romanzo, ma, a questo proposito, riporto due riflessioni interessantissime un po’ lunghe da leggere, ma che descrivono la realtà arida di questi tempi. Vi assicuro che la lettura vale la pena:
 
1) Ettore Mariotti:
“……Nel frattempo, le mie ricerche in pittura arrivarono ad un punto di stallo, perché non mi era possibile trovare raffronti, visto che il mercato aveva fatto piazza pulita della pittura astratta europea mentre la pop art era diventata l’avanguardia illuminata e anticonformista da seguire, la cultura millenaria europea un’inutile sovrastruttura. La pittura diventò facile, l’abilità artigianale ridotta a zero, basta l’idea. Pubblicitari, fumettisti, vetrinisti assumeranno il ruolo delle avanguardie della nuova ricerca pittorica. Cosi, 60 anni di operazioni di marketing dell’arte hanno fatto più danni della nascita del cristianesimo sull’arte Greca e Romana. Una colossale operazione  per spostare nella grande Mela il centro culturale del mondo e l’ enorme affare economico che ne consegue. La tradizione europea aveva come principio la conoscenza del mestiere che partiva dal bel disegno dal vero con relative regole, base indispensabile per chi doveva fare il pittore, lo scultore, l’architetto. Saper disegnare dal vero significa saper maneggiare l’armonia. Cosa del tutto normale per un musicista,  oggi incomprensibilmente inutile per pittori ed architetti. Il risultato di questa operazione economica-culturale fu la perdita della 3° dimensione in pittura: la profondità. Vediamo bellissimi quadri figurativi e astratti, colorati e non, descritti dagli “A R T I S T I” come dipinti a N dimensioni ma la terza non c’è più…. Scienza , Coscienza e Conoscenza sono diventate parole vuote. Spesso mi sono sentito dire: “a cosa serve saper disegnare come Leonardo quando esiste la macchina fotografica”? Prima imparate a disegnare come Leonardo poi se ci riuscirete mi saprete dire se serve o no… Concludo con una frase che amo molto: L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora a cosa serve l’utopia? A questo serve: serve per continuare a camminare… (Edoardo Galeano)”
 
 
2) Il solo “affitto” dello spazio espositivo. Qual’è il problema principale che pone una “vanity gallery”?
Se un gallerista si fa pagare dall’artista in anticipo, che venda o meno, solo per concedergli “l’onore” di esporre nella sua galleria, chi glielo fa fare poi di affannarsi per vendere le opere esposte? Nessuno.
Infatti, il punto, oltre quello etico che ha il suo bel peso, è proprio questo: le gallerie che si fanno pagare per esporre in genere non fanno NULLA per portare gente alle inaugurazioni (ovvero non mandano inviti o ne mandano pochissimi), non fanno NULLA per vendere le opere (non contattano collezionisti e magari non ne conoscono neanche). In poche parole, visto che il loro guadagno c’è già stato sull’affitto dello spazio, a loro poco importa che si venda o meno. Questo è talmente vero che alcune di queste gallerie si fanno vanto di non chiedere alcuna percentuale sul venduto! Solo perché sanno benissimo che, sia che ad esporre sia un calzolaio sia che si tratti di un novello Michelangelo, non si venderà un fico secco.
 
Altro problema fondamentale è che se un gallerista si fa pagare, perde tutti i diritti di fare una cernita decorosa degli artisti che espone: dal pittore del sabato (perché solo la domenica?), all’architetto che si scopre improvvisamente artista, dal pensionato annoiato allo studente fin troppo acerbo; tutti vanno bene, purché paghino. Con conseguente perdita di credibilità della galleria e di chi vi espone.
Non sempre è risaputo che tale galleria si fa pagare, perché a volte è un segreto molto ben tenuto, ma, se la cosa è risaputa, c’è anche il rischio che la galleria venga disertata, proprio perché si ritiene che in quel posto espongano cani e porci. Spesso i critici affermano di disinteressarsi delle gallerie che fanno pagare, frequentando solo quelle che spingono gli artisti per puro amore dell’arte (mio Dio, quanto amore!); devo però dire che negli spazi cosiddetti liberi, di quei critici non ho mai visto neanche l’ombra.
 
Il sistema dell’arte è talmente contorto però, che una lancia a favore delle gallerie a pagamento, sono costretto a spezzarla (anche se preferirei piantarla nel corpo di un critico d’arte). Spesso, e devo dire purtroppo, queste gallerie rappresentano L’UNICA possibilità per un giovane artista per iniziare ad esporre e capire cosa significa fare una mostra; questo perché nessuna galleria che vive sulle vendite rischia su un giovane che probabilmente non venderà perché sconosciuto. È vero anche che di spazi gratuiti a disposizione ce ne sono (pochi, ma ci sono), ma non sempre sono così limpidi nelle scelte e a volte falliscono nel volgere di una stagione.
 
Certo, nessuna legge dice che un artista debba esporre a tutti i costi; eppure, credo che esporre, affrontare un pubblico che può amare o odiare quello che si propone, sia di fondamentale importanza, per la crescita artistica e personale di un artista.

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