INTERVISTA ESCLUSIVA A ILARIA RIMOLDI, CONSULENTE DI STILE PROFESSIONISTA

Intervista esclusiva a Ilaria Rimoldi, consulente di stile professionista e appassionata, con la quale si è creato un positivo sodalizio collaborativo in riferimento al concetto di arte da indossare esteso ai due spazi tematici “Gioielli artistici” e “Moda ad arte”. Ilaria è una grande esperta in materia e dimostra un buon gusto innato e un vivace dinamismo nello stile comunicativo. Questa sinergia positiva avrà poi in seguito altri interessanti e stimolanti sviluppi. Ringrazio Ilaria per la disponibilità e per lo spirito collaborativo e vi invito a seguirla nel suo profilo Instagram @ioiaia68 che offre tanti spunti utili e funzionali, all’insegna dell’eleganza ricercata e raffinata senza tempo e propone anche soluzioni, che guardano alla bellezza del dettaglio originale e innovativo.

D: “L’eleganza non è ostentazione, sforzo, esibizione. L’eleganza è discrezione, semplicità, silenzio. L’eleganza è assenza di rumore ma presenza e rispetto, buon senso, savoir faire. L’eleganza è educazione”. Un tuo commento di riflessione su questa frase così significativa;
R: Il concetto di eleganza è difficilmente definibile in modo oggettivo, perché l’eleganza è sicuramente qualcosa di innato, una condizione naturale, legata anche ai gesti, al portamento, all’atteggiamento. Innanzitutto legherei il concetto di eleganza al concetto dell’“essere” e non a quello dell’“apparire”. Eleganza quindi non è ostentazione, non è vestirsi necessariamente all’ultima moda o firmati da capo a piedi, l’eleganza non è nell’abito, ma nella persona che lo indossa e nel come la persona stessa lo indossa e lo interpreta. L’eleganza è più strettamente legata, a mio avviso, alla semplicità e alla sobrietà: vale sempre la regola del less is more, per cui vestirsi, guardarsi allo specchio, togliere qualcosa dal proprio outfit e solo allora uscire dalla porta di casa. L’eleganza è poi anche nella personalità di chi indossa un abito e anzi il modo di vestire è spesso espressione della personalità di ciascuno di noi. La scelta di un certo tipo di abbigliamento risponde all’immagine che vogliamo dare di noi stessi al mondo e con cui al contempo vogliamo che il mondo ci riconosca e recepisca. Con quegli abiti esprimiamo noi stessi, il nostro stile, chi siamo e chi vogliamo essere. Eleganza è, ancora, armonia e coerenza con il proprio fisico e la propria età: due elementi che non possono essere trascurati se si vuole essere davvero ricercati garbati, piacevoli, chic. Non ci si può fasciare in abiti troppo stretti per noi o poco valorizzanti il nostro fisico né vestire strepitose minigonne dopo gli anta. Fondamentale è sentirsi a proprio agio negli abiti che si indossano, e essere sempre in sintonia con l’ambiente in cui ci si inserisce e con il quale occorre rapportarsi. Certo eleganza non è eccesso, ma nemmeno sciatteria o trascuratezza: è bello che l’outfit abbia un certo carattere distintivo e che tutti i suoi componenti siano in armonia tra loro e si richiamino in qualche modo, per stile o colore o gioco delle forme. Insomma, se l’eleganza è innata e se non tutti ne siamo dotati, certo possiamo però usare alcuni accorgimenti per avvicinarci a essa: una sottile dose di equilibrio e buon senso deve guidare le nostre scelte in fatto di abbigliamento, nonché di rispetto per ciò che siamo. “L’eleganza deve essere la giusta combinazione di distinzione, naturalezza, cura e semplicità. Fuor da questo, credetemi, non c’è eleganza. Solo pretesa” (Christian Dior).

D: Quale valore attribuisci al concetto di “arte da indossare” e di “moda creativa”?
R: La moda, a mio parere, è essa stessa una forma d’arte. Sicuramente possiamo dire che tra moda e arte ci sia una connessione particolare… l’una trae linfa vitale dall’altra e viceversa. La moda con i suoi colori, i suoi volumi, le sue stampe, le sue costruzioni anche immaginifiche e surreali ha sempre tratto ispirazione dall’arte e dalla pittura in particolare. Artisti e correnti artistiche hanno costituito spesso suggestione per stilisti che li hanno fatto rivivere nelle loro collezioni. Laura Biagiotti ha creato una collezione ispirata al futurismo di Giacomo Balla e alle sue geometrie cromatiche, Yves Saint-Laurent ha ideato gli abiti a tubo ispirati a Piet Mondrian e ai suoi geometrismi, Gianni Versace si è ispirato alla Pop Art di Andy Warhol per l’abito con la stampa di Marilyn Monroe che riproduce la serigrafia dell’artista; anche Dolce e Gabbana si sono ispirati ai mosaici delle chiese siciliane per abiti con motivi religiosi di alcune loro collezioni… ma gli esempi sono innumerevoli. Louis Vuitton qualche anno fa ha lanciato la linea di borse Masters decorate con la riproduzione di quadri di autori famosissimi (Leonardo Da Vinci, Tiziano, Van Gogh, Rubens…) in collaborazione con l’artista americano Jeff Koons. Anche io, nel mio piccolo, ho incontrato artisti che traducono in un progetto di moda le loro opere, come per esempio il brand M’eyeself ideato da Elisa che sviluppa i propri disegni su costumi e foulard creando una vera e propria arte da indossare (Art to wear) come lei definisce il suo progetto: “Ritengo il mio brand l’espressione della mia arte” afferma, infatti, Elisa. Ma al di là di abiti o oggetti del fashion che riproducono opere artistiche, a mio parere, le opere di stilisti e creatori di moda sono esse stesse opere d’arte, espressione di estro, creazioni artistiche, che comunicano bellezza per chi la sa cogliere.

D: Il tuo rapporto con i colori;
R: Ritengo che il colore abbia una forte capacità di comunicazione. Per tanto tempo mi sono rifugiata nel nero o nei colori scuri come sicuramente più donanti per me e per la mia fisicità, persino giudicati più eleganti o più seri e professionali in qualche modo. In realtà forse il colore scuro era semplicemente una questione di comfort zone. Ora mi piace che l’outfit comprenda anche il colore, soprattutto nella bella stagione, in quanto il colore trasmette vitalità e allegria. Mi piace soprattutto che intorno a un colore si riesca a costruire un outfit con una serie di elementi e accessori che si richiamano tra loro. Ultimamente non disdegno nella maniera più assoluta il mix and match, un abile incontro di fantasie diverse che si riprendono a partire da un colore che fa da fil rouge dell’insieme. Se è bello sperimentare i vari colori, certamente ciascuno di noi ha dei colori che ritiene più nelle proprie corde rispetto ad altri: ci sono colori che esaltano di più il nostro viso o si armonizzano meglio con il nostro incarnato, ma alcuni colori possono non appartenerci psicologicamente, colori in cui ci si identifica meno. Per esempio, io non amo molto il rosa, perché, per quanto mi piaccia in certe sue tonalità viranti al beige, sento che come colore non mi rappresenta e non veicolerebbe l’immagine che io stessa ho di me. Al contempo il verde ultimamente incontra molto il mio favore: sarà perché è simbolo di armonia, natura e soprattutto speranza? Il rosso e il giallo sono colori che mi danno energia e vitalità, ma che indosso se mi sento particolarmente briosa o estrosa, mentre il blu, che prediligo rispetto all’azzurro, mi dona calma, pacatezza e tranquillità.

 

 

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