PIETRO TONIOLLI

Biografia di Pietro Toniolli

Pietro Toniolli nasce a Trento il 10 Febbraio 1991. Frequenta l’istituto artistico A.Vittoria dove studia arti pittoriche. In questo periodo si avvicina alla pittura astratta prediligendo la tecnica dell’acrilico e utilizzando le spatole per avere un segno più fisico. Successivamente intraprende gli studi musicali che porta avanti insieme alla passione per la pittura. Pietro Toniolli quindi cerca di fare della creatività e dell’arte il suo lavoro, portando avanti progetti di tre diversi ambiti. Musica, con la band Rebel Rootz, artigianato con il progetto Falegnarti e la pittura. La sua ricerca artistica pittorica lo porta man mano ad eludere le forme cercando così di evitare nelle sue opere il coinvolgimento rappresentativo. Solo il colore ed il segno trovano spazio nelle sue opere. Ha esposto i propri quadri in mostre personali presso il Palazzo della Provincia (Trento), la hall dell’Auditorium Santa Chiara (Trento) e vari ristoranti e bar della sua città. Ha inoltre esposto una sua opera al Circuito Off-57 della Biennale d’Arte di Venezia nella mostra Find Me.

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti il tuo stile espressivo usando 3 parole chiave e motivandole?
R: SEGNO: Mi piace percepire il movimento fisico della creazione di un’opera, vorrei che nei miei quadri si potesse ricostruire la gestualità della mia mano nel momento creativo.
INDETERMINATO: Per me indeterminato non significa astratto ma pura percezione. Cerco di non avere nessun appiglio, nessuna forma, nessuna intenzione rappresentativa, nessun significante e significato. Solo fisicità e colore e tecnica vanno a costruire la percezione che cerco di trasmettere. Mi capita spesso che mi chiedano cosa rappresenta quel quadro o che titolo ha o che cosa volevo esprimere, ecco, per me quello che voglio esprimere è il quadro stesso e quei colori che vedete così come sono messi, con quelle sfumature e proprio quei contorni lì. Come farei a dargli un nome? Per alcuni è tabula rasa su cui appoggiare delle descrizioni o delle emozioni, mentre per me i quadri che faccio sono già definiti nella loro indeterminazione.
CONTORNI: Un gesto casuale, come ad esempio una sfumatura, può non essere frutto di decisione. Se viene calcata, ripassata, contornata da un segno, quella casualità diventa voluta. Quando rifinisco i miei quadri prendo atto della casualità di alcune sfumature e le scelgo tra le altre, le contorno. Da quel momento fanno parte delle scelte creative e sono l’ultima azione che compio sui miei quadri.

D: Come stai attualmente procedendo nella tua ricerca creativa? Hai dei progetti particolari a cui ti stai dedicando?
R: La ricerca che sto facendo è un percorso che dura da quando ho iniziato a dipingere e dubito si arresterà. Sto procedendo in modo sperimentale su diversi fronti: colori, tecnica… aggiungo sempre delle nuove variabili in modo sperimentale, le testo in una o due opere, cerco di conoscerle meglio e se mi piacciono le adotto, le faccio mie e cominciano a far parte del mio alfabeto pittorico, alcune invecchiano e le lascio. Credo sia un approccio che deriva dallo studio della musica.

D: Una tua personale valutazione generale sul mondo dell’arte e della cultura.
R: Non essendo molto inserito nel mondo dell’arte non mi sento di darne una valutazione, ma posso parlare di quello che conosco. Sinceramente vedo tante cose che non mi piacciono. Sono convinto che ci voglia tempo per imparare a dipingere, per conoscere i propri gusti e per sperimentare delle tecniche e credo che anche il tempo dello studio artistico sia necessario per dare valore ad un opera. Ora sembra che l’immediatezza abbia la meglio e che non ci sia reciprocità tra il tempo dedicato all’opera dall’artista e il tempo che il fruitore dedica all’osservazione dell’opera. Sembra che guardare la fotografia di un quadro possa sostituire il guardare il quadro in sé. La fotografia di un quadro non è il quadro, ma una fotografia e non penserei mai di conoscere una persona guardandone una foto. Non per essere disfattista, ma penso che questa tendenza abbia meno aspetti positivi di quelli che si credono; ho la pagina Instagram, la pagina Facebook, ma per me è importante conoscere personalmente chi è interessato ai miei lavori e spero sempre che la scelta di acquistare un’opera venga presa quando persona e quadro si incontrano davvero, non scorrendo una bacheca.

 

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