DANIEL MANNINI

Biografia di Daniel Mannini

Dopo aver conseguito gli studi nel settore di arti grafiche presso l’Istituto Statale d’Arte di Firenze, nella sede di Porta Romana, Daniel Mannini approfondisce la sua curiosità nei confronti della pittura. Trova il modo di esprimersi attraverso l’arte astratta, la quale permette una certa libertà nel suo processo di creazione. La maggior parte dei lavori cominciano da una visualizzazione iniziale, ma nel momento creativo capita di modificare il pensiero per fare spazio all’istinto. E’ come sapere cosa volere, per ottenere ciò che vuoi veramente.

Tra le varie mostre a cui ha partecipato, si cita “Suggestioni di immagini – Spiritualità, dinamicità, ricerca” presso la Galleria Elle di Preganziol (Treviso) con alcune opere dedicate alla città di Firenze.

 

LEGGI LA RECENSIONE CRITICA A CURA DELLA DOTT.SSA ELENA GOLLINI

 

 

 

 

 
CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Come definiresti il tuo stile espressivo usando 3 parole chiave e motivandole?
R: Le parole che meglio esprimono il mio stile sono istinto, emozionale ed astratto.
Istinto: pur avendo un’idea alla base, al momento dell’esecuzione del dipinto mi lascio trasportare semplicemente da esso, soprattutto nella fase finale dove i colori vengono schizzati e prendono vita per conto proprio, rappresentando sulla tela un’emozione, una creazione, una scenografia immaginaria.
Emozionale: quello che voglio suscitare nell’osservatore, quando si trova di fronte ad un dipinto, è una sensazione che sia personale.
Astratta: nelle mie opere il soggetto non è tanto rappresentato dalla figurazione, ma dalla gestualità e il modo in cui viene dato il colore. E’ il colore che poi crea l’immagine, attraverso l’incontro tra la tela e l’osservatore, tra cui si stabilisce un profondo legame.

D: Una tua riflessione sul concetto di arte cosmopolita.
R: Credo che l’influenza di altre culture sia arricchente, formante e portatrice di apertura mentale ed artistica. Venire a contatto con stili, tradizioni, storie e arti diverse dalla propria porta l’artista al confronto, all’interrogativo. Processi che portano non solo un arricchimento di conoscenza, ma anche una evoluzione nella propria arte espressiva. Pollock, artista che ha avuto un ruolo fondamentale nell’inizio del mio percorso, traeva le proprie immagini direttamente dall’inconscio, cosi come i nativi americani le traevano dal “mondo degli spiriti”.

D: Come stai improntando la tua ricerca artistica in questo anno?
R: Ricerco, attraverso l’uso del colore in modo materico, forme e spazi nella fusione con altri materiali e cerco di trasmettere, con la gestualità del movimento, emozioni, immagini, ricordi che affiorano nella memoria di chi osserva perché ognuno possa trovare il proprio significato guardando la tela.

 

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