PILLOLE SGARBIANE DOC – Parte I

Frasi e citazioni dell’autorevole critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi, con la sua proverbiale dialettica comunicativa molto carismatica e il suo linguaggio sferzante, tagliente, diretto, dissacrante e dissacratore, che conquista e affascina da subito…
(Tratti dagli articoli pubblicati in prima pagina sul quotidiano nazionale “Il resto del Carlino” con il titolo emblematico di “Sgarbi VS Capre”).

Arte ritrovata. L’intelligenza dell’antiquario. Dopo il ritrovamento del frammento rubato del “Martirio di San Sebastiano” nel Duomo di Urbino, ho convenuto con il comandante del nucleo tutela patrimonio artistico dei carabinieri e con l’arcivescovo, di far tornare il dipinto a Urbino, per esporlo nella mostra -Rinascimento segreto-, oratorio del santissimo crocefisso della grotta. La coincidenza è significativa: il riconoscimento dell’opera rubata, si deve non a un poliziotto o a uno storico dell’arte, ma all’antiquario Giancarlo Ciaroni. La festa di Urbino è per tutti. La vittoria dell’intelligenza sull’ignoranza di chi, anziché fare, preferisce sterili polemiche“.

“Non avrei mai pensato di dover riconoscere la fondatezza di una sentenza del TAR. Avevo detto che era un errore nominare direttori stranieri nei grandi musei italiani, mortificando l’esperienza e il valore di bravissimi funzionari italiani. Le considerazioni del TAR sono impeccabili dal punto di vista normativo. Se io cerco un segretario per il comune di roma, non ammetto candidati di Amsterdam o di Parigi. Il TAR ha ribadito che il reclutamento dei dirigenti della pubblica amministrazione deve essere riservato a candidati italiani, come legge impone”.

“Il Monsignor Domenico Mogavero, a proposito del nono comandamento -Non desiderare la donna d’altri- mi diceva -Sgarbi, tra il pensarlo e il farlo non c’è differenza. Quindi, lo faccia”.

“Il Papa cerca Dio tra gli uomini. Nessun dubbio, che questo Papa creda più nell’uomo che in Dio. E questo, perché il Dio cristiano sarebbe il Dio di una parte, mentre se Dio c’è ha creato tutti i mortali. Scrive Novalis -Si deve cercare Dio fra gli uomini, nei pensieri, nei sentimenti degli uomini lo spirito del cielo si rivela nella maniera più chiara-“.

“Dove regnano i divieti non è Europa. Mi chiedevo oltre i massimi sistemi: perché se c’è una Europa senza confini e senza dogane, con una sola moneta, con regole comuni, noi dobbiamo avere limiti e restrizioni che invece altri paesi non hanno? Strade e autostrade sono un lungo percorso in Europa, di analoga tecnologia e sicurezza. Che limite di velocità hanno le autostrade tedesche? Nessuno. Puoi andare alla velocità che desideri. E sarai tu a valutare i possibili rischi. Niente autovelox, niente tutor. Come si spiega? E perché? La sicurezza non può essere un valore a Portogruaro a un altro a Kassel”.

“Il piacere è una questione di galateo. Che Chiunque, o in particolare un direttore di un giornale dia la mano, anzi due dita senza guardarti negli occhi, con l’atteggiamento di un prelato che offre l’anello, è un comportamento inaccettabile, che rivela l’inferiorità di chi lo pratica. È l’occasione per spiegare a tanti italiani, perché il galateo verbale escluda l’uso della semplice parola -Piacere- nella quotidiana procedura delle presentazioni. Perché non si deve dire -Piacere-? Perché la formula è troppo rigida e distratta e rivela avarizia di te rispetto agli altri. I rapporti richiedono attenzione. Per questo occorre una frase compiaciuta, che duri più di un istante. Nel genere, occhi negli occhi: -Sono molto felice…Mi fa molto piacere conoscerla…”.

“Soprintendente salvi i lampioni storici di Roma. La luce notturna di Roma è calda e vibrante, dal colore carnale. È essa stessa un bene culturale. Sostituire lampioni, talvolta di disegno ottocentesco, è una violenza che la città non merita, per quanto deve nascondere più che rivelare. Luci impietose, accecanti, senza il filtro dei vetri, magari entro sagome di lampioni come caricature, è l’ultima azione di Acea per pure ragioni speculative. La nuova illuminazione prevede la sostituzione di tutte le storiche campane di Roma, che vengono gettate dall’Acea in discarica come spazzatura, per essere rimpiazzate da prodotti insignificanti. È necessario che la soprintendenza intervenga”.

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