INTERVISTA ALLA CONSULENTE DI BELLEZZA MICHELA POLICELLA

Intervista alla consulente di bellezza Michela Policella, che ha di recente creato un interessante blog dove sono contenute preziose informazioni e stimolanti curiosità e aneddoti da poter leggere e scoprire.

INSTAGRAM: @michela_policella

BLOG: www.team-policella.it/blog

 

Elena: Da consulente di bellezza cosa rispecchiano a tuo parere queste due figure emblematiche del mondo dell’arte cioè la Gioconda e la ragazza con turbante conosciuta come dama con l’orecchino di perla immortalate nei quadri di due geniali artisti senza tempo come Leonardo da Vinci e Jan Vermeer?

Michela: Ritengo che le due “Monna Lisa” abbiano molte cose in comune, a partire dall’intensità dello sguardo, a volte languido, a volte magnetico. Impossibile non rimanerne catturati! Ma c’è una cosa che mi colpisce molto di più: la capacità di creare zone di luce e di ombra attraverso il colore.. La Gioconda, probabilmente il ritratto più famoso al mondo, colpisce per la bellezza semplice e senza fronzoli. La donna raffigurata, Lisa Gherardini moglie di un ricco mercante fiorentino agli inizi del ‘500, non viene rappresentata nella sua ricchezza ma, al contrario, ne viene esaltato il suo fascino attraverso il magistrale uso dei colori. La ragazza col turbante invece, pur nella sua semplicità, viene raffigurata da Vermeer con due accessori inusuali per l’Olanda della metà del ‘ 600: un orecchino di perla e un turbante azzurro (colore poco usuale in quanto costoso, derivato dalla polverizzazione dei lapislazzuli). I due elementi, per quanto pregiati, non distolgono però l’attenzione dal movimento plastico ottenuto con il movimento di torsione della figura in direzione dell’osservatore. Con questa premessa voglio concentrarmi proprio sulla capacità dei due artisti nell’utilizzare i colori per delineare, sulla superficie piatta della tela, delle figure tridimensionali di un realismo impressionante. Osserviamo meglio le due opere. La tridimensionalità della Gioconda è data da un sapiente uso dello sfumato che arrotonda e ammorbidisce le forme mettendo in evidenza, a mio giudizio, lo stato di benessere economico del soggetto ritratto: una donna “in carne” (e quindi ben nutrita), simbolo di bellezza secondo gli standard dell’epoca. Immersa in uno sfondo bucolico, la nostra donna dal sorriso misterioso, non ci lascia distogliere lo sguardo dai suoi occhi penetranti, frutto di un accurato studio del colore. La ragazza col turbante invece spicca quasi con prepotenza da uno sfondo scuro: qui i colori sono più accesi e le ombre maggiormente definite. Ma nonostante ciò, sono le zone di luce a colpire lo spettatore: non solo l’impressionante riflesso dell’orecchino di perla, ma anche la vivacità dello sguardo data dalla luce riflessa nelle pupille, per non parlare della morbidezza delle labbra esaltate da piccole pennellate luminose. In entrambe le opere luci ed ombre modellano bellezze comuni, non particolarmente agghindate, ma di una potenza visiva che incanta. Quello che lega noi Consulenti di Bellezza agli Artisti (che mi perdonino i Maestri sacri dell’arte per il paragone!) è la capacità di esaltare la bellezza di ogni singolo individuo indipendentemente dagli “standard” imposti dalla società. Essere “belli” non significa rispondere a determinati parametri, ma piuttosto sprigionare quel fascino intrinseco in ognuno di noi. È sufficiente un dettaglio: uno sguardo profondo, una pelle ben curata, lineamenti del volto definiti, un sorriso che riflette lo stato d’animo. Questa è la vera bellezza che, se valorizzata, non passa inosservata. Per fare ciò sfruttiamo speciali tecniche che aiutano a esaltare la tridimensionalità del viso e evidenziarne alcune caratteristiche o correggerne i difetti. Lo facciamo con l’ausilio del “contouring” una tecnica di make-up che utilizza correttori, fondotinta, ciprie e terre, ponendo attenzione alla scelta delle tonalità per creare luci e ombre. Mentre con il correttore e il fondotinta esaltiamo le zone più chiare, con la terra andiamo invece a evidenziare le parti più scure come ad esempio l’incavo delle guance. Inoltre, sfruttando la complementarietà dei colori, possiamo correggere i difetti cromatici della pelle: con il verde andiamo a neutralizzare le zone arrossate tipiche ad esempio della rosacea; l’arancione corregge le occhiaie bluastre, mentre il viola va a compensare le borse agli occhi tendenti al giallo. Attraverso i colori possiamo letteralmente modellare il viso, esattamente come fa un pittore davanti ad una tela! E come dicevo prima, non importa quanto il soggetto sia “bello” perché la bellezza, come ci insegnano Leonardo e Vermeer, sta tutta nella valorizzazione di piccoli dettagli.

 

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