RECENSIONE RIFLESSIVA POST SPETTACOLO “QUEL CHE PROVO DIR NON SO” PRESSO TEATRO DEL FIUME A BORETTO

Quando si entra nel campo delle emozioni e nel circuito della sfera emozionale, senza dubbio ci si addentra in un territorio molto sfaccettato e complesso, che tocca le corde dell’anima e del cuore, della dimensione emotiva, della proiezione mentale, nonché inficia quel quid di interiore e introspettivo, che appartiene al mondo emerso, ma anche sommerso dell’ego conscio e inconscio. Si tratta dunque senza dubbio, di un’argomentazione particolarmente articolata da affrontare, per non dire delicata e spinosetta, talvolta addirittura ostica. Ecco, perché ero davvero molto curiosa di assistere a una performance teatrale incentrata proprio sul tema vasto e variegato delle emozioni e sono rimasta conquistata dalla frizzante abilità con cui l’attore protagonista Pierpaolo Spollon ha saputo gestire una narrazione dai contenuti stimolanti e interessanti, intensi e profondi, conducendo la platea a una prospettiva condivisa e condivisibile di pensieri, correlati al contempo attivando per ciascuno una propria personale e soggettiva visione valutativa di fondo, modulabile sulle proprie esperienze esistenziali, sui propri ricordi passati, sul proprio vissuto presente e attuale. Recitando con simpatico e accattivante charme, Pierpaolo Spollon ha reso semplice, naturalmente spontaneo, anche un approccio a campo di lettura intriso e pregnante di elementi e componenti talvolta difficili da esprimere e da comunicare, che ognuno tende spesso a tenere celati nell’intimo più recondito e nascosto. Inoltre, nel raccontare e raccontarsi ha incentivato il desiderio di dialogo aperto verso l’universo emozionale, verso la proiezione psichica, verso tutto ciò che riguarda, in maniera più o meno conclamata, la nostra “non materialità fisica” e “non apparenza” che merita di essere messa in luce al pari della materialità fisica e dell’apparenza, che purtroppo hanno ormai troppo spesso la rilevanza e il risalto maggiore a scapito di ciò che riveste invece importanza primaria e principale, in quanto ci rende unici e speciali nella nostra indole e personalità, nel nostro DNA genetico caratteriale, ovvero l’emozione e tutto ciò che custodisce e racchiude al suo interno. L’emozione ci distingue e ci valorizza e come tale merita assolutamente un ruolo da protagonista, come quello conferito magistralmente da Pierpaolo Spollon attraverso questo suo spettacolo teatrale, che celebra e rende omaggio di riflesso a tutto il comparto dei sentimenti umani e a ciò che essi evocano e alimentano a livello individuale e sociale, con una nota di accento ironico e scanzonato, che non guasta mai, per stemperare gli animi. Ecco allora questo spettacolo, che li rappresenti e ci rappresenta viene proprio ad hoc per ricordarci, che senza emozione saremo un’umanità dispersa e senza possibilità di recupero.

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