RECENSIONE POST SPETTACOLO “L’ANATRA ALL’ARANCIA” PRESSO IL TEATRO RUGGERO RUGGERI A GUASTALLA

Nell’intrigante e brillante recupero di un classico della commedia universalmente intramontabile ed evergreen, prende vita una trama, dove domina incontrastata quella parodia sentimentale intrisa di sfaccettature, che si incastrano e si intrecciano all’interno di una narrazione strutturata con grande esperienza. Divertimento e risate garantiti durante l’intero spettacolo, fanno da contraltare bilanciato a pensieri e riflessioni, che trasportano lo spettatore sul piano del rapporto affettivo e amoroso, dove ognuno ha una propria dimensione umana e dove ognuno interpreta a suo modo. Ecco dunque, che subentra anche in maniera più o meno intensa e profonda quella forma di immedesimazione spontanea e naturale, che catapulta direttamente dentro l’avvicendarsi della storia. Perché, come si suol dire: in amore tutto è concesso e tutto è permesso e ovviamente, a fronte di questa libertà d’azione e di reazione ognuno sa in cuor suo, che potrebbe prima o poi trovarsi proprio a vivere quella stessa situazione e ad affrontarla senza se e senza ma. Un plauso accorato agli attori, che nel trasmettere un senso di leggerezza ironica e briosa, hanno improntato la recitazione con guizzante piglio, senza mai incorrere in momenti di stasi e di stallo, mantenendo sempre alto il livello di attenzione e di coinvolgimento e riuscendo a non fare cadere mai nella semplice battuta tout court fine a se stessa. La messa in scena, perfettamente orchestrata, diventa parte integrante dell’intero palinsesto scenografico e si fonde dentro alla texture dei dialoghi animati dal dinamismo costante, per dare ancora più slancio di insieme e per suscitare quell’entusiasmo trainante. Non è certamente facile e scontato raccontare dell’amore (con la A maiuscola, perché ricordiamoci che Amor vincit omnia) e a maggior ragione, questa formula teatrale, liberamente ispirata da un capolavoro di indiscusso pregio, tocca un fulcro nevralgico di così complessa e articolata costituzione e riesce a sviscerarne l’essenza senza appesantire e gravare con concetti ridondanti, senza alcuna pedanteria dialettica, ma recuperando quel climax di risorse comunicative, che ognuno esprime innanzitutto e soprattutto scavando dentro se stesso e dandosi le risposte giuste. Resta nella scia un interrogativo, che si alimenta nella mente, che non deve però ovvio essere allarmante e disarmante, ma deve sic et simpliciter fare leva sulle nostre risorse preziose di pensiero: e se capitasse a me???

 

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