RECENSIONE POST SPETTACOLO “ILIADE. IL GIOCO DEGLI DEI” PRESSO TEATRO RUGGERO RUGGERI A GUASTALLA

Chi pensa, che basti semplicemente recuperare un capolavoro di eccezionale “virtute” come l’Iliade omerica per avere le carte in regola e garantirsi una buona riuscita di messa in scena teatrale e teatralizzata, ha certamente una visione limitata e limitativa di ciò che comporta pianificare e progettare un certo genere di spettacolo cosiddetto impegnato, corposo, sfaccettato e ramificato in contenuti concettuali allusivi, intriso di metafore e simbolismi, denso e intenso di messaggi e significati di subliminale portata. Ecco dunque, che questo spettacolo assume e riveste appieno tutta questa commistione di intenti e intenzioni e acquista una pregevolezza ancora più preziosa, perché si espande e si estende all’interno di una compagine di universalità espressiva e comunicativa immensa, dove dialettica e semantica antica vengono contestualizzate perfettamente nel registro linguistico attuale e dove convogliano nel fondersi con impeccabile equilibrio armonioso di bilanciamento, passato e presente, antichità e contemporaneità, antico e nuovo, mito e realtà, leggenda e fantasia, immaginario e reale e confluiscono dentro un unicum di magistrale orchestrazione recitativa. È uno spettacolo, che conquista senza riserve e cattura l’attenzione dello spettatore grazie al mirabile intervento del protagonista, attore di grandi esperienza e competenza, Alessio Boni, che si immedesima nella parte con una naturalezza e una spontaneità tali da far entrare anche il pubblico come parte integrante e attiva, come se il palcoscenico lo accogliesse e lo rendesse co-protagonista. Omero è un mito a sua volta e non ha bisogno di commenti lodevoli di elogio, perché ogni suo scritto è sublime e sublimato e risponde a quell’ideale di beltà “pulcherrima”. L’Iliade rappresenta uno scritto prodigioso di eterna valenza suprema e solenne e questa rievocazione teatrale fornisce un supporto celebrativo di eccellente qualità, senza mai eccedere in zelanti ed edulcorate glorificazioni, ma facendo leva su un supporto di sostegno ricavato dalle capacità di risorse umane e professionali di chi recita e trovando delle poderose basi di fondamento nella passione autentica e nell’ammirazione devota verso il magister Omero, che emerge e si rende subito percepibile nell’orchestrazione di insieme. Passato e presente, finzione e realtà, verità e recitazione, si rigenerano e si rinnovano e si trasformano dunque all’insegna di una teatralità di elevazione spirituale, di una concezione idealmente unificante, che supera il tempo e lo spazio e annulla la dimensione spaziale cronologica per confluire in questa opera omnia di maestosa essenza denominata Iliade, regalando un infinito incanto.

 

 

Condividi

Rispondi