VINCENZO ROSATI

Biografia di Vincenzo Rosati

Vincenzo Rosati nato a roma il 4-01-1964, ha iniziato ad avvicinarsi alla pittura nel 2001 come autodidatta, da un primo approccio all’arte figurativa, per poi passare ad un arte astratta analizzando il colore facendolo interagire con diverse sostanze, giungendo ad una pittura più concettuale e materica usando materiali come: ferri, bulloni, chiodi, plastica, carta fino ai bossoli dei proiettili. Ha esordito con la prima personale nel 2005 presso Palazzo Petrignani ad Amelia(TR), poi nel 2006 Palazzo della Misericordia a Perugia, sempre nello stesso anno selezionato dal regista teatrale Paolo Baiocco per allestire le scenografie dell Aida al Teatro Openair Narni (TR).

Mostre personali
2007: Personale presso il Museo Archeologico di Amelia (TR).
2008: Personale presso Galleria LIBA di Pontedera (PI) con la presentazione del Maestro Carmassi.
2009: Personale presso Mulino Silla con la presentazione di Don Pierino Gelmini.
2009: Personale presso ex museo civico Spoleto.
2010: Personale presso sala affrescata Todi (PG).

Mostre collettive
2005: Palazzo Primavera Terni.
2006: Palazzo del Sette Orvieto.
2008: Art Liber Teatro dell’Arte Milano.
2008: Spazio Mondatori Venezia.
2009: Pescara >Arte Evolution di Pescara.
2012: Rocca Paolina Perugia.
2013: Palazzo Primavera Terni.

 

CONTATTI

 

INTERVISTA ALL’ARTISTA – a cura di Elena Gollini

D: Un tuo commento di riflessione sul concetto di vocazione artistica;
R: E’ l’esigenza di voler sfidare se stessi, misurare il proprio valore individuale operando singolarmente nel proprio lavoro. Immaginare l’arte che non può e non deve confondersi con la vita , in prima linea dentro l’eterno conflitto tra il bene e il male.

D: Come stai orientando la tua ricerca creativa e quali progetti stai portando avanti?
R: Credo che dietro, non una singola opera, un periodo artistico che segna la propria esistenza ci debba essere alla base un’attuale e futuristico pensiero. Un’arte che serve a stimolare e vivere condizioni d’improbabilità senza concedere sconti a nessuno soprattutto a se stessi. L’artista deve creare in continuazione rinnovarsi lasciandosi trasportare da un’energia che non muta mai.

D: Come valuti allo stato attuale il multiforme comparto dell’Arte Moderna Contemporanea?
R: Dopo il mio primo libro di poesie “Messaggi d’auguri x i non vedenti” un libro autobiografico, crudo e senza censure sulla mia vita di poliziotto. Non amo l’arte ruffiana, il facile compiacimento orientato ai gusti che determinano in qualche misura il successo. Il concetto di arte va inteso come dramma vissuto con gioia e fatica quotidiana sfruttando i movimenti che non possono essere ripetibili, comprendere finalmente che senza follia non ci può essere arte. Poiché l’uomo è chiamato a essere giudicato x quello che crea, non x quello che afferma di essere.

D: Un tuo ricordo sulla grande Rita Levi Montalcini che hai conosciuto di persona;
R: Un incontro che ha segnato la mia vita di uomo. Trascorrere un pomeriggio nella casa-fondazione con una donna dall’immensa cultura. Fu quasi uno scambio di ruoli, quasi che lei fosse l’artista e io l’acquirente interessato all’opera.

 

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