DANIEL MANNINI COMMENTA LA BIENNALE DI VENEZIA EDIZIONE 2025

La prestigiosa Biennale di Venezia edizione 2025, famosa e ormai iconica manifestazione di architettura di portata internazionale e di valenza mondiale, apre i battenti dal 10 maggio al 23 novembre, riservando sempre particolari e sorprendenti soluzioni sui generis alla nutrita schiera di estimatori, che provengono da ogni dove per visitare i vari padiglioni e spazi espositivi con rinnovata curiosità di stimolo e trepidante interesse. Il tema testimonial designato per questa edizione si presta a molteplici campi applicativi e anche a svariate riflessioni, che influiscono sull’intero comparto artistico e creativo contemporaneo e sono utili e funzionali come motore trainante per innescare e alimentare un dialogo costruttivo più che mai attuale. In particolare, il presidente Pietrangelo Buttafuoco e il curatore Carlo Ratti hanno scelto come tematica d’ispirazione portante: “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”. Il focus delle argomentazioni, senza dubbio molto eterogenee, è puntato su soluzioni innovative e sostenibili con un circuito di 16 progetti selezionati davvero qualificanti, che forniscono un ampio e vasto spettro di discussione e dialogo. A tal riguardo, è stata incisiva la spiegazione fornita dal curatore Ratti, che poi ovviamente si presta ad essere sviluppata in maniera soggettiva e individuale oltre che collettiva e comunitaria: “I titoli delle mostre internazionali di architettura sono solitamente annunciati sia in inglese che in italiano. Nel 2025 invece il titolo è condensato in un’unica parola per entrambe le lingue, invocando la comune origine latina intelligens. Da intelligens deriva il moderno intelligenza. Questa scelta indica tuttavia anche un’espressione delle associazioni di significato. Tradotta a parte, la sillaba finale gens significa gente, persone. Da qui emerge un’immaginaria radice alternativa, che suggerisce un futuro dell’intelligenza più multiplo e inclusivo, che sfugge ai limiti eccessivi dell’odierna focalizzazione sull’intelligenza artificiale”. Sulla base di queste importanti considerazioni, ho chiesto al giovane Daniel Mannini (www.danielmanniniart.it) esponente talentuoso della nuova generazione di artisti e creativi, di esprimere il suo commento riflessivo a riguardo con una breve intervista.

D: Un tuo pensiero in generale su questa edizione 2025 della Biennale veneziana. Cosa rappresenta nel panorama artistico, storico e culturale odierno come spunto di riferimento positivo?
R: L’edizione odierna della Biennale veneziana si presenta come un momento di grande riflessione e innovazione nel panorama artistico internazionale. In un contesto storico e culturale caratterizzato da sfide globali come il cambiamento climatico, le crisi sociali e le trasformazioni tecnologiche, questa manifestazione assume un ruolo fondamentale come luogo di dialogo e di rinnovamento. La Biennale, con la sua lunga tradizione di promuovere l’arte come strumento di critica e costruzione di dialogo, si conferma come un punto di riferimento di discussione, capace di stimolare il pensiero e di incoraggiare l’esplorazione di nuovi linguaggi e prospettive. È un’occasione per confrontarsi con il presente e immaginare un futuro più consapevole e sostenibile, rafforzando il ruolo dell’arte come motore di maggiore linguaggio umano. Queste manifestazioni sono portali di opportunità anche per gli artisti stessi.

D: La tematica portante di questa edizione 2025 della Biennale veneziana può essere fruibile in qualche modo anche all’interno della tua ricerca creativa?
R: La tematica portata in questa edizione della Biennale, può certamente offrire spunti interessanti per le mie eventuali ispirazioni tematiche, però è molto più facile che sia un dettaglio a darmi uno stimolo rispetto a un qualcosa di già raccontato ed esposto. Sicuramente questi eventi sono importanti per coinvolgere più persone e donare loro una prospettiva di narrazione che, in qualche modo, riesce a creare un’inclusione collettiva. Come nell’arte, anche nella vita dobbiamo trovare il modo di creare un dialogo sociale che porterebbe a un’evoluzione del nostro essere, per trovare un equilibro con quello che ci circonda e di cui facciamo parte, ovvero la natura. Con tutte le evoluzioni che abbiamo progettato nella nostra esistenza, il passo successivo è quello di avanzare come collettivo per il benessere di tutti, come è l’arte stessa.

D: Un tuo commento di riflessione sulla correlazione importante con il discorso sulla crisi climatica e sulla visione in scia connessa alla sostenibilità, che emergono come aspetti di ulteriore analisi sociale e collettiva tramite la tematica protagonista della Biennale 2025.
R: La correlazione tra crisi climatica e sostenibilità rappresenta un punto focale per una riflessione profonda sulla nostra responsabilità collettiva e sul ruolo che l’arte, la cultura e il dibattito sociale possono svolgere nel disegnare un futuro più consapevole. La Biennale si configura come un’occasione di analisi e confronto sui modi in cui le scelte individuali e collettive si intrecciano con le sfide ambientali globali. La visione in scia, intesa come capacità di guardare oltre l’immediato e di tracciare un percorso sostenibile, diventa un elemento essenziale per ridefinire il nostro rapporto con il pianeta. In questa prospettiva, l’arte e il discorso pubblico si connettono per stimolare una coscienza condivisa, promuovendo azioni che siano capaci di coniugare creatività, responsabilità e innovazione sociale. Solo attraverso un’analisi collettiva possiamo sperare di affrontare efficacemente questa fase storica, trasformando la sfida in opportunità di rinascita e di equilibrio.

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