DANIEL MANNINI COMMENTA LA SPETTACOLARE MOSTRA ITALIANA DEL MAGISTER EDVARD MUNCH
Ecco qua come titolano tutti i vari media nazionali, che hanno voluto commentare lo straordinario successo da vero e proprio Guinness World Record ottenuto dalla mostra celebrativa dedicata al Magister eccelso ed eccellente Edvard Munch “Munch conquista l’Italia con oltre mezzo milione di visitatori. Ecco come la mostra di Munch è entrata nella storia”. Queste frasi di acclamazione trionfale sono assolutamente giustificate e anzi rendono davvero bene il clamore positivo di riscontro suscitato da questa prestigiosa e preziosa esposizione, che rende un dovuto e doveroso omaggio ad honorem a uno degli esponenti cosiddetti mostri sacri della grande storia dell’arte universale. Infatti, questa mostra commemorativa ha conquistato il pubblico italiano e non soltanto gli addetti ai lavori e gli esperti e operatori di settore. Ha fatto decisamente breccia nel cuore dell’intera opinione pubblica, incluso i profani in materia, rendendosi accessibile a tutti i target di spettatori. Prima a Palazzo Reale a Milano e poi a Palazzo Bonaparte a Roma ha totalizzato nel complesso lo stratosferico e strabiliante numero ufficiale di 536.281 visitatori, diventando de jure e de facto la mostra più visitata in Italia nel 2024/2025. Nello specifico, a Milano sono giunti in ben 276.805, mentre a Roma in ben 259.476, con inclusa anche un’apertura speciale d’eccezione alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della Regina Sonja di Norvegia, che ne hanno conferito la consacrazione assoluta di pregio. Si tratta di un successo epocale che resterà nel tempo come ricordo nella memoria collettiva. Un successo non soltanto a riguardo e in riferimento ai numeri eclatanti, ma anche nelle intense e profonde emozioni e suggestioni generate e alimentate davanti a capolavori iconici come il magistrale dipinto “L’urlo”. Una mostra pensata per toccare l’anima e accenderne il moto e le vibrazioni. Da segnalare anche il corposo e vasto coinvolgimento delle scuole e delle scolaresche con oltre 3500 classi di ogni ordine, grado e provenienza, che hanno partecipato con slancio trainante ed entusiasta al percorso didattico dedicato all’Espressionismo. Va poi evidenziato, che questa fantastica e favolosa mostra è stata possibile anche grazie in virtù della collaborazione sinergica con il Museo Munch di Oslo. L’Italia ha ospitato oltre 100 opere originali, segnando un prestito davvero straordinario, mai visto prima. E questa dimensione sui generis ha consentito l’affluenza di più di 200.000 turisti stranieri in viaggio tra Milano e Roma che hanno colto l’occasione e l’opportunità ghiottissima per recarsi ad ammirare dal vivo e da vicino questo parterre da sogno di dipinti unici e inestimabili. Da qui, anche il giovane Daniel Mannini (www.danielmanniniart.it) artista estimatore di Munch e di tutti i maestri del suo calibro, ha espresso alcune interessanti riflessioni in un’intervista pensata ad hoc.
D: Un tuo parere di commento su questo successo davvero trionfale della mostra milanese prima e romana poi dedicata al maestro Edvard Munch.
R: Il successo della mostra dedicata a Edvard Munch, rappresenta senza dubbio un riconoscimento importante alla straordinaria capacità dell’artista di catturare le profondità dell’animo umano e le emozioni più intime. Il riscontro ottenuto testimonia quanto il suo linguaggio visivo continui a parlare nel nostro tempo, rivelando una modernità sorprendente anche a distanza di oltre un secolo. È un tributo meritato alla forza innovativa di Munch, capace di trasmettere universalità e introspezione attraverso le sue opere e un segnale dell’attenzione del pubblico e del mondo dell’arte verso le grandi figure che hanno segnato un’epoca e che ancora oggi è parte della nostra storia culturale mondiale. Una figura emblematica, che purtroppo ha avuto il riconoscimento della sua importanza all’interno del panorama artistico successivamente alla sua scomparsa.
D: Una tua riflessione di commento sul lascito simbolico a livello artistico e creativo di Munch, destinato a tutte le generazioni contemporanee, ma anche future, di creativi.
R: Il suo lascito artistico rappresenta un patrimonio di profonda rilevanza simbolica e creativa, che continua a ispirare le generazioni contemporanee e future di artisti. La sua capacità di esplorare le emozioni più intime e universali come l’angoscia, il desiderio e la solitudine, trasmette un messaggio e un invito ai creativi di confrontarsi con le proprie esperienze interiori e a tradurle in forme visive potenti. La sua opera pittorica diventa un simbolo della condizione umana, un’immagine che comunica il senso di ansia e vulnerabilità condiviso da tutti, indipendentemente dall’epoca o dalla cultura. Il percorso artistico di Munch testimonia come l’arte possa essere uno strumento di introspezione e di comunicazione, insegnando che l’arte ha un potere universale di connessione, di empatia e di trasformazione. Un’eredità destinata a ispirare senza fine il percorso creativo di chiunque voglia esplorare le profondità dell’esperienza umana, compresa la propria.
D: Una tua riflessione di commento sul capolavoro supremo “L’urlo” vera e propria icona senza tempo tra le opere esposte a Milano e Roma.
R: “L’urlo” è senza dubbio uno dei capolavori più potenti e riconoscibili dell’arte moderna, un’icona senza tempo che riesce a catturare l’angoscia universale dell’esistenza umana. La sua forte espressività, attraverso le linee ondulate e i colori vibranti, trasmette un senso di paura, insicurezza e alienazione che risuona ancora oggi con il pubblico di qualsiasi generazione. L’opera diventa un ponte tra epoche e culture, ricordandoci quanto l’arte possa essere una forma di comunicazione immediata e intensa ma soprattutto contemporanea in ogni epoca esistente. Questo dipinto non è solo un’immagine, ma un invito a riflettere sulle emozioni più profonde e universali, confermando il suo ruolo di capolavoro supremo che continua a far riflettere l’animo di qualsiasi essere umano, come se quella sensazione è condivisa perché in ognuno di noi esiste. Questo dipinto è l’esempio perfetto per come concepisco l’arte, un riflesso dell’animo collettivo che parte dall’individualità.
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