IL PROGETTO ARTISTICO DI GIANLUIGI ZENI PER CELEBRARE IL GRANDE SCULTORE ANTONIO CANOVA

Nell’anno che celebra simbolicamente l’anniversario dei 200 anni dalla morte dell’esimio Antonio Canova, maestro scultore dal geniale talento e dalla fama di intramontabile portata, l’artista Gianluigi Zeni ha voluto rendere omaggio ad honorem a questo prestigioso esponente della grande storia dell’arte con un progetto, che lo accosta all’illustre “mostro sacro” curato dalla Dottoressa Elena Gollini. Tale progetto si sviluppa su più livelli di impostazione strutturale, con sezioni dedicate a tenere viva e accesa la memoria del ricordo verso la vita e l’operato creativo di Canova, che vengono suddivise e intervallate da gruppi di opere scultoree realizzate da Zeni per innervare e intrecciare una speciale sinergia di fusione e di commistione, che diventa una metaforica connessione e coesione armoniosa davvero molto impattante. Al riguardo, la dottoressa Gollini ha spiegato come è nato il progetto e a quale scopo dichiarando: “Ho fortemente voluto dare vita a questo progetto, ideato in esclusiva per Gianluigi proprio per consentire questa forma alchemica di unione e di interrelazione tra i due artisti, per dimostrare il potente collante dell’estro creativo, senza tempo e fuori dal tempo, che accomuna entrambi e li pone sullo stesso piano dal punto di vista della potenzialità di risorse virtuose da cui poter attingere per sviluppare la propria personale e soggettiva ricerca e sperimentazione e perfezionare la propria tecnica e perizia strumentale, nonché dare voce e fare risaltare tutta la componente sostanziale e contenutistica racchiusa nelle reciproche e rispettive produzioni. Inoltre, in Gianluigi, così come in Canova, si ritrova quella passione viscerale e quella onestà intellettuale, che consente di agire e interagire con il proprio fare artistico, conservando e mantenendo sempre una totale integrità di pensiero e di proiezione esistenziale, di essere orientati e canalizzati verso un senso incontaminato e incondizionato nonché inviolabile di bello e di bellezza, che diventa un concetto idilliaco, ideale e idealizzato, sempre valido e sempre attuale nella sua eterna ed eterea magia costitutiva e ammaliante”.

 

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