RECENSIONE DI COMMENTO POST SPETTACOLO “IL MALATO IMMAGINARIO. L’ULTIMO VIAGGIO” PRESSO TEATRO DEL FIUME A BORETTO.

Un esemplare Molière recuperato in maniera altrettanto esemplare attraverso questo spettacolo, secondo uno stile liberalmente reinterpretato e rivisitato, conservando e custodendo comunque integro e intatto il climax fondante e fondamentale, da cui attingere come base di partenza e d’inizio, per poi compiere saltelli e volteggi di spettacolare abilità. Tutto quanto ruota attorno a una tematica paradossalmente sempre attuale e davvero esilarante: la finta malattia percepita come vera, che si trasforma in ipocondria estrema e sfrenata, tanto da diventare motivo di costante ansia e angoscia sul proprio stato di salute e provocare un decadimento mentale e una frustrazione psichica incontrollati e incontrollabili e determinare uno stato di incapacità di intendere e di volere nel presunto malato. La malattia inesistente è un centro nevralgico focale, che poi si dipana in altri fulcri parimenti salienti nella narrazione, in primis la ineluttabile discesa economica e il conseguente depauperamento delle sostanze economiche, che le continue cure, peraltro assolutamente non necessarie, mettono in moto in maniera consistente. Già questo è senza dubbio un messaggio socialmente utile da poter cogliere e metabolizzare come prezioso insegnamento di vita. A questo si aggiunge non meno rilevante, un discorso concettuale connesso alla caducità esistenziale, al cosiddetto declino dovuto agli anni che passano e al decorso inesorabile del tempo, che avanza senza poterlo arrestare e fermare a nostro piacimento. Ecco, perché mi sento a latere di poter “rispolverare” un saggio e lungimirante pensiero, che ritengo sia plausibilmente calzante e pertinente: bisogna imparare a vivere delle piccole gioie quotidiane, a godere di quei piaceri del momento, a farne tesoro pregevole nel qui e ora, nell’istante che ci è concesso di vivere in buona salute, in primis senza inutili paranoie e accettando tutto ciò che ci viene offerto e regalato durante il nostro viatico terreno. Non serve struggersi e distruggersi inutilmente e tantomeno arrovellarsi nel nulla. Pensiamo sempre positivo per quanto ci è concesso, con fiducia e ottimismo e tanta forza ed energia vitale.

 

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